La cerimonia per i 120 anni della Sinagoga di Roma ha evocato forti emozioni, sottolineando la resilienza della comunità ebraica contro l’antisemitismo. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato accolto in un’area del Ghetto di Roma blindata per l’occasione, insieme a varie autorità, tra cui il sindaco Roberto Gualtieri e il governatore del Lazio Francesco Rocca. Il Capo dello Stato è entrato al Tempio sulle note del brano “Baruch Abbà”, eseguito dal coro di bambini della scuola ebraica, che hanno regalato un calice a Mattarella.
Il Rabbino Capo Riccardo Di Segni ha evidenziato l’importanza di vigilare sulla salute della società, affermando che anche le comunità più solide sono a rischio se non riconoscono e affrontano i sintomi di crisi. Ha ricordato l’importanza della Costituzione Italiana, che rappresenta la base dei valori democratici e di uguaglianza, e ha sottolineato che tale documento, firmato da un ebreo, Umberto Terracini, deve essere protetto, specialmente in tempi difficili. Di Segni ha messo in guardia dalle turbolenze sanguinose del nostro secolo, comparandole alle ideologie nazionaliste del secolo scorso, e ha affermato che la storia della comunità ebraica può servire come monito contro violenze e emarginazioni.
Victor Fadlun, presidente della Comunità ebraica di Roma, ha ringraziato il governo italiano per la solidarietà dimostrata contro un antisemitismo in crescita, soprattutto dopo gli eventi del 7 ottobre. Ha sottolineato la presenza del governo italiano al fianco del popolo ebraico durante la celebrazione. Tra i presenti, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, e il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha fatto un parallelo tra le modalità di attacco agli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale e i recenti eventi.
La celebrazione si è dunque trasformata in un momento di riflessione e di rinnovata solidarietà, evidenziando l’importanza della memoria storica e della coesione sociale per affrontare le sfide attuali.