Una novità significativa del nuovo codice della strada riguarda i monopattini elettrici, che dovranno ora essere dotati di targa, assicurazione e casco per i conducenti. Questa modifica potrebbe avere impatti rilevanti sul settore della micromobilità in sharing, che ha visto una crescita esponenziale negli ultimi anni, colonizzando molte città italiane e generando un indotto considerevole. Nel 2022, si sono registrati 43 milioni di viaggi in Italia, di cui 2 milioni effettuati con monopattini.
Tuttavia, l’obbligo del casco potrebbe cambiare le abitudini di milioni di italiani, sollevando interrogativi su aspetti igienici e pratici. Andrea Giaretta, vice presidente di Dott, ha espresso preoccupazioni sull’impatto della nuova normativa, sostenendo che essa potrebbe incentivare comportamenti clandestini e portare a un aumento degli incidenti. Dott opera dal 2019 con un parco di circa 15.000 mezzi, di cui 9.000 monopattini, nelle principali città italiane.
Giaretta ha fatto notare che la normativa precedente del 2021 era già efficace, e che lo sharing aveva ridotto a zero il numero delle vittime. I monopattini in sharing, infatti, hanno una velocità limitata a 20 km/h e operano in aree urbane delimitate, oltre ad essere dotati di freni migliorati e ruote maggiorate, contribuendo così alla sicurezza. La nuova legge, secondo il vice presidente, rischia di generare confusione e portare a un uso non regolamentato dei veicoli.
Un aspetto controverso riguarda l’obbligatorietà del casco, che potrebbe forzare i costruttori a implementare spazi per il trasporto del casco stesso, compromettendo la stabilità dei monopattini. Inoltre, l’assicurazione per responsabilità civile non è facilmente estensibile a questi mezzi, complicando ulteriormente la situazione.
Giaretta ha anche criticato il ministro Salvini per la sua visione del caso Parigi, sottolineando che l’eliminazione dei monopattini da sharing ha aumentato la mortalità, poiché gli utenti si ritrovano a dover improvvisare soluzioni. Il settore della micromobilità potrebbe generare un indotto di 70 milioni di euro nel 2023, 80 milioni nel 2024 e 115 milioni nel 2030. Tuttavia, ci sono timori che le nuove normative possano portare a un calo del 40% nell’utilizzo, simile a quanto avvenuto in Israele, con pericolose conseguenze occupazionali.