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lunedì, 25 Novembre, 2024
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A San Vittore disagio, ma nessun trattamento inumano

Il carcere di San Vittore “è una struttura vetusta, con spazi comuni non sempre adeguati, ma si tratta di una situazione di mero ‘disagio’, collegata a un contesto murario poco confortevole che non costituisce però un trattamento inumano o degradante”. La giudice del Tribunale della Sorveglianza di Milano, Gloria Gambitta, ha detto ciò nel provvedimento con cui ha rigettato il reclamo di un detenuto, M.G.B., che aveva chiesto un risarcimento dei danni affermando di essere stato privato dello “spazio standard previsto dalla normativa nazionale ed europea” nel periodo compreso tra il 20 ottobre 2022 e il 20 aprile 2023, espiato a San Vittore.

Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Camera Penale, nella casa circondariale milanese è presente più del doppio dei detenuti rispetto alla capienza, cioè 1007 in un’infrastruttura progettata per 450.

La giudice ha spiegato che M.G.B. ha sempre potuto fruire di uno spazio libero individuale superiore alla soglia dei 3 mq, avendo occupato camere di 9 mq, al netto dell’annesso locale bagno e lordo dei due letti singoli.

Nel suo provvedimento, la giudice ha richiamato anche la relazione fornita dal carcere, sottolineando che ogni camera è dotata di annessi servizi igienici, separati in modo da garantire la privacy, e sono adeguatamente illuminate, riscaldate e dotate degli apparecchi televisivi. In ogni piano vi è anche il locale docce con acqua calda e fredda, e l’assistenza sanitaria è garantita 24 ore su 24.

La giudice ha anche respinto una seconda richiesta di M.G.B. relativa al regime delle celle ‘chiuse’ introdotto nel 2022, che aveva chiesto l’immediato ripristino del precedente regime degli spazi comuni, asserendo che non esiste uno specifico diritto soggettivo di trascorrere un tempo ragionevole fuori dalla camera di pernottamento.

Le avvocate di M.G.B. intendono ricorrere contro la decisione della Sorveglianza su entrambi i temi, del sovraffollamento e del regime a custodia chiusa. Recentemente è stato pubblicato un report del Ministero della Giustizia sui suicidi nel 2024, che mostra che, tra inizio anno e il 5 luglio, 44 persone si sono tolte la vita nel regime a custodia chiusa, pari all’88%, contro 6 nel regime a custodia aperta, pari al 12%.

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