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giovedì, 21 Novembre, 2024
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Caffè sempre più amaro, arrivano i rincari

 

La tazza di caffè: un forte aumento incombente. “Condividiamo le preoccupazioni relative a un ulteriore forte aumento del prezzo del caffè al bar, limitato finora dalla responsabilità dei Pubblici Esercizi italiani che assorbono i forti aumenti dei prezzi causati dai rialzi delle misture a causa degli incrementi dei prezzi all’origine. La crisi climatica che ha devastato i raccolti nei Paesi produttori, Vietnam in particolare, le tensioni geopolitiche che stanno cambiando le tradizionali rotte alle forniture e l’esplosione dei noli marittimi sono le cause principali che stanno determinando i rialzi dei prezzi all’origine alle borse merci di Londra e New York. L’Arabica ha visto un aumento del 60% in un anno e la Robusta più del 90%.

In queste condizioni, gli aumenti del prezzo del caffè al bar diventano inevitabili, nonostante le attenzioni, la responsabilità e l’interesse dei Pubblici Esercizi per proteggere i consumi della tazzina di caffè, simbolo anche della identità e dei valori della socialità italiana.”

Questo commento l’ha reso il presidente di Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani. Il tema del prezzo del caffè è stato portato recentemente all’attenzione della stampa attraverso stime non sempre esatte e distanti dalla realtà.

Fipe rileva che a fronte di un tasso di inflazione del 16% tra luglio 2021 e luglio 2024, i prezzi nei bar sono cresciuti solo del 13%. I prezzi della tazza di espresso sono al di sotto dell’inflazione e continuarono a mantenersi tra i più bassi d’Europa.

Inoltre, Fipe rileva che i dati ufficiali sulle città mostrano aumenti considerevolmente più contenuti rispetto ad alcune stime comunicate alla stampa. A Bolzano, per esempio, l’aumento del prezzo è stato di circa il 6% nel 2022 (12% nel 2021), mentre a Pescara di circa il 13%.

Infine, si segnala che nel corso degli ultimi 10 anni, il numero delle imprese che si occupano di bar è diminuito di oltre 22mila unità.

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