Nonostante la fine del reddito di cittadinanza voluta dal Governo Meloni, i disoccupati possono ancora beneficiare di tanti bonus.
Il reddito di cittadinanza è sempre stato oggetto di critiche da parte dei partiti poi saliti all’attuale Governo. Era dunque prevedibile che da parte dell’esecutivo sarebbe arrivata una revisione completa della misura. Tale revisione si è poi trasformata in una cancellazione. Al posto del vecchio RdC, il Governo Meloni ha introdotto due nuove misure: l’assegno di inclusione e il supporto formazione e lavoro, bonus che i disoccupati giudicano però poco inclusivi e risolutivi.
L’AdI (introdotto dal decreto Lavoro 48/2023, poi convertito nella Legge 85 del 3 luglio 2023) è stato presentato come un sostegno economico dedicato a chi è senza lavoro. I requisiti della misura appaiono assai più restrittivi rispetto a quelli in vigore con il RdC. In definitiva, possono accedere all’assegno di inclusione solo quei richiedenti che fanno parte di nuclei familiari al cui interno sono presenti determinati soggetti (disabili, minori, ultrasessantenni) e con soglia ISEE (familiare) sotto i 9.360 euro.
Gli under 60 capaci di lavorare ma disoccupati possono invece accedere al supporto formazione e lavoro (SFL): un contributo di circa 350 euro concesso a coloro che vogliono impegnarsi a seguire programmi di formazione professionale gratuita. In questo caso, il sostegno al reddito è valido per un tempo massimo di un anno.
Al di là di queste due misure, il cui impatto è stato finora assai criticato dalle parti sociali e dai possibili beneficiari, i disoccupati italiani possono godere di numerosi altri bonus e di varie agevolazioni particolari. La principale forma di sostegno economico è rappresentata dalla NASpI, l’indennità di disoccupazione per lavoratori con contratto subordinato che hanno perso il lavoro involontariamente. L’importo massimo del contributo fornito dall’INPS è di 1.550,42 euro al mese.
Bonus vecchi e nuovi per aiutare i disoccupati: tutti gli aiuti disponibili per il 2024
Tra gli aiuti attivi c’è anche il bonus SAR, un aiuto di 780 o 1.000 euro per i disoccupati che hanno lavorato con un contratto in somministrazione. Per i collaboratori coordinati e continuativi, gli assegnisti e i dottorandi di ricerca senza lavoro l’indennità assegnata si chiama Dis-Coll.
Nel 2024 è stato confermato anche l’assegno di ricollocazione. Si tratta di un aiuto economico per chi partecipa a percorsi di reinserimento lavorativo. Più precisamente, si ha a che fare con un sussidio dedicato ai lavoratori in cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS) e anche ai disoccupati che percepiscono la NASpI da oltre quattro mesi. L’importo varia in base al tipo di contratto ottenuto.
L’indennità discontinuità per lavoratori spettacolo (che sostituisce l’ALAS, cioè la vecchia indennità di disoccupazione per i lavoratori autonomi dello spettacolo) è un sostegno per i lavoratori del settore spettacolo che non riescono più a lavorare, a trovare ingaggi o a raggiungere un reddito dignitoso. Il contributo può arrivare fino a 1.500 euro.
Con il decreto Coesione, il Governo ha introdotto altri due bonus molto interessanti. Per esempio il bonus autoimpiego per il Centro-Nord Italia, con incentivi dedicati ai disoccupati che vogliono aprire un’attività. La misura gemella per il Meridione si chiama Resto al Sud 2.0 e introduce anche un mini sussidio da 500 euro per due anni. Questo contributo arriva a chi da disoccupato investe in un’attività imprenditoriale in settori definiti strategici (ecologia e tecnologia digitale). I due nuovi aiuti introdotti dal decreto Coesione non sono però ancora disponibili.
Per le partite IVA che hanno subito un evidente crollo nel fatturato è possibile chiedere l’ISCRO 2024. Si tratta di un’indennità con importo minimo di 250 euro e importo massimo di 800 euro al mese erogata per un periodo di sei mesi. I disoccupati possono avere anche diritto all’assegno sociale, in caso di età superiore ai sessantasette anni e pensione di vecchiaia sotto la soglia di povertà.