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venerdì, 22 Novembre, 2024
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5 milioni di cauzione e divieto di espatrio

Colpo di scena a Parigi: Pavel Durov, 39 anni, il miliardario padrino di Telegram, è stato rimesso in libertà “sotto stretto controllo giudiziario,” con obbligo di firma due volte a settimana e divieto di espatrio. Ha pagato 5 milioni di cauzione. Era detenuto da quattro giorni; scaduto il fermo, la magistratura francese lo ha rilasciato.

Accuse pesanti e la donna del mistero

La Procura di Parigi un mese fa ha aperto un’inchiesta sulla piattaforma Telegram amata (anche) dai criminali e preziosa tra i militari, russi soprattutto. Telegram garantisce l’anonimato agli utenti (900 milioni attivi mensilmente in tutto il mondo). Al magnate franco-russo si contestano 12 reati legati alla sua app di messaggistica; o meglio la mancanza di adozione di sistemi volti a impedirli. Si va dalla criminalità alla pedopornografia, dal cyberbullismo al traffico di droga e armi, dalla violazione del copyright al terrorismo. Abbondano le cryptotruffe. Si moltiplicano i rapporti ambigui e Parigi vuole capire; troppi i segreti e le ombre, notevoli i rischi per la sicurezza, infiniti e intriganti i misteri.

Cosa c’è realmente dietro l’app? Cosa nasconde? E poi che ruolo gioca la bionda Julia Vavilova, accompagnatrice abituale di “mister Telegram”, enigmatica quanto basta, stratega nelle criptovalute, poliglotta (anche l’arabo)? I complottisti sono già in marcia, la bollano addirittura come “spia del Mossad”. Il giallo alimenta le congetture.

Il presidente della Francia Macron

Mosca trema, giù le relazioni con Parigi

Il Cremlino teme che Durov dia le sue preziose e misteriose chat all’Occidente. Gli 007 di Putin escludono comunque che Pavel consegni le “chiavi” del suo regno agli Usa. Il Cremlino ha già schierato il suo spigoloso ministro degli Esteri, Sergej Lavrov che ha detto: “Le relazioni con Parigi mai così in basso. L’arresto di Durov consigliato da qualcuno per avere accesso ai codici”. Ha aggiunto: “Aspettiamo ancora una risposta dai francesi alla richiesta di fornire a Pavel la nostra assistenza consolare”. I francesi non hanno abboccato.

Pavel il volto, Nikolaj la mente

L’inchiesta francese ha scoperto chi sono realmente i “motori” di Telegram. Non solo Pavel, ma anche il fratello Nikolaj rimasto in Russia. Secondo quanto ha rivelato il sito “Politico.eu” in Francia esiste un mandato di cattura anche per Nikolaj Durov emesso lo scorso marzo. Tutto sarebbe nato per il rifiuto di Telegram di collaborare all’inchiesta della Polizia francese sugli abusi sessuali su minori. Il caso Durov è sempre più complicato.

 

 

 

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