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lunedì, 25 Novembre, 2024
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Gaza, è guerra santa: analisi di Netanyahu secondo la Torah

La situazione a Gaza è intrisa di conflitti ideologici e religiosi, soprattutto per la destra israeliana che sostiene il governo di Netanyahu. Questi gruppi vedono la guerra contro Hamas non solo come un conflitto militare, ma come una “guerra santa”, sostenuta da convinzioni religiose radicate nella Torah, il testo sacro degli ebrei. Sebbene i sionisti religiosi rappresentino solo il 14% della popolazione israeliana, la loro influenza è aumentata notevolmente nel governo, nell’esercito e nella società, contribuendo a plasmare le strategie israeliane a Gaza.

Una delle posizioni chiave di questi gruppi è che Gaza debba essere occupata, un’obbligazione che affermano sia scritta nella Torah. Molti di loro, pur nella loro diversità politica, abbracciano una visione di estrema destra e si oppongono fermamente a negoziati per un cessate il fuoco. Spesso bloccano anche l’ingresso degli aiuti umanitari, ritenendo che gli sforzi per la pace siano inutili di fronte alla realtà della violenza palestinese, come evidenziato dall’attacco di Hamas del 7 ottobre.

Tra i loro obiettivi, c’è la restaurazione di Gush Katif, un blocco di insediamenti ebraici che esisteva a Gaza fino al ritiro di Israele nel 2005. In questo contesto, molti di loro chiedono anche l’espulsione dei palestinesi residenti a Gaza, anche alla luce della conseguente alta perdita di vite umane in questo conflitto. Gli ex militari come Reuven Gal avvertono che per molti soldati la guerra ha assunto una dimensione spirituale, sottolineando citazioni della Torah che giustificherebbero la conquista dei territori palestinesi. Un riservista, Yair Margolis, ha descritto il riconquistare questi territori come qualcosa di sacro e fondamentale per la storia e l’identità ebraica.

Contrastando questa visione estremista, una ricerca recente ha mostrato che il 51% degli israeliani è contrario alla creazione di nuovi insediamenti a Gaza. Il primo ministro Netanyahu ha definito “irrealistica” la colonizzazione dell’area, ma la sua alleanza con partiti religiosi sionisti lo ha costretto a fare concessioni che rafforzano la destra religiosa. Ciò ha creato un vuoto nelle strategie postbelliche che i sionisti religiosi sono pronti a riempire.

Il clima attuale è caratterizzato da una crescente radicalizzazione delle visioni di molti soldati e militari israeliani, come dimostrato da un recente video in cui un soldato appare compiaciuto mentre parla della situazione a Gaza. Il soldato si rivolge a Netanyahu, esprimendo una chiara intenzione di occupare e insediare, evidenziando un’appartenenza ideologica che si discosta dalle posizioni più moderate degli israeliani.

La guerra in corso non è solo un conflitto territoriale ma una battaglia ideologica che riflette tensioni più ampie all’interno della società israeliana stessa, con un dibattito interno sempre più acceso sulla natura della sovranità e del diritto di occupazione.

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