La scoperta di una nuova specie di pesce drago, Akarotaxis gouldae, sta sollevando preoccupazioni sullo stato di salute dell’Antartico. Questo studio, condotto dal Virginia Institute of Marine Science (VIMS) e pubblicato su Zootaxa, sottolinea la fragilità dell’ecosistema antartico. La specie è stata identificata attraverso analisi genetiche che hanno rivelato differenze significative rispetto all’Akarotaxis nudiceps, una specie strettamente correlata. I campioni larvali, inizialmente ritenuti appartenere a Akarotaxis nudiceps e raccolti durante la pesca a strascico per lo zooplancton, sono stati esaminati in confronto con esemplari conservati in importanti collezioni internazionali.
Il principale autore dello studio, Andrew Corso, ha lavorato sotto la supervisione di docenti della Batten School of Coastal & Marine Sciences e ha richiesto campioni adulti di Akarotaxis gouldae da collezioni ittologiche globali. Le analisi hanno messo in evidenza differenze morfologiche tra le due specie, indicando che Akarotaxis gouldae ha un areale molto ridotto, il che lo rende vulnerabile. Questo è allarmante, considerando il ruolo che i pesci drago svolgono nell’ecosistema, in quanto servono da alimento a specie iconiche come i pinguini antartici, le cui popolazioni sono in declino.
Corso fa notare che Akarotaxis gouldae potrebbe affrontare gravi minacce a causa della pesca commerciali del krill, una pratica intensiva che avviene nelle acque della Penisola Antartica, dove viene pescato il krill in acque che vanno da 0 a 250 metri. La CCAMLR (Commissione per la Conservazione delle Risorse Marine Antartiche) gestisce questa attività di pesca, ma ha indicato difficoltà nel monitorare le catture accessorie di larve e pesci nel processo.
Corso conclude affermando che la conoscenza della biodiversità nella regione è limitata e che è fondamentale procedere con cautela nell’estrazione delle risorse fino a quando non si avrà una comprensione migliore dell’impatto sulle dinamiche ecosistemiche. La scoperta di Akarotaxis gouldae rappresenta un chiaro segnale della necessità di proteggere questo fragile ambiente marino e le sue specie vulnerabili.