In attesa dell’approvazione del piano di bilancio a medio termine, previsto per la prossima settimana, le forze politiche della maggioranza stanno delineando le proprie priorità per la manovra economica, concentrandosi su fisco, pensioni e welfare. Le opposizioni prevedono che il governo si orienti verso tagli alla spesa sociale, sollecitando interventi a favore del settore sanitario. La manovra, stimata intorno ai 25 miliardi di euro, dovrebbe prevedere il mantenimento del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35.000 euro per contrastare l’inflazione, con l’eventualità di estenderlo anche ai redditi fino a 60.000 euro. Tuttavia, le disponibilità di risorse restano limitate, considerando il piano di rientro dal deficit, per il quale l’Unione Europea ha avviato una procedura di infrazione.
La premier Giorgia Meloni ha dichiarato che la nuova legge di bilancio sarà ispirata alla serietà e alla responsabilità, affermando che le risorse dovranno essere concentrate nel sostegno alle imprese e nel rafforzamento del potere d’acquisto delle famiglie, con particolare attenzione a quelle con figli. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha assicurato che il piano strutturale sarà presentato a metà mese sia al Consiglio dei ministri che in Parlamento, indicando che le pensioni saranno parte della discussione.
La Lega chiede l’ampliamento del perimetro della flat tax e di non posticipare le finestre di uscita delle pensioni. Forza Italia, attraverso il capogruppo Barelli, sottolinea l’importanza di destinare le risorse alla riduzione del cuneo fiscale e alla crescita economica, ritenendo necessario un intervento sulle pensioni minime.
Il governo mira a stabilire una traiettoria di spesa netta in linea con il nuovo Patto di stabilità, previsto per un periodo di rientro dal deficit di 4 anni, potenzialmente estendibile a 7. Si prevede che l’Italia debba implementare tagli pari allo 0,5%-0,6% del PIL annuo per allinearsi agli obiettivi europei. L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha stimato che, solo per confermare gli interventi già previsti, servirebbero circa 18 miliardi di euro. Inoltre, si prevede una revisione delle “tax expenditure”, un assortimento di esenzioni e detrazioni fiscali. Le opposizioni, infine, esprimono preoccupazione per i tagli imminenti, con il capogruppo M5S che sottolinea che non c’è stata una vera trattativa, ma solo un probabile aumento dei tagli.