Il commissario tecnico della nazionale di calcio inglese, Lee Carsley, ha scelto di non cantare l’inno nazionale “God Save the King” prima dell’incontro con l’Irlanda, una decisione che ha suscitato reazioni contrastanti tra i tifosi e i commentatori. Durante la sua prima partita da allenatore, che ha visto l’Inghilterra prevalere con un punteggio di 2-0, Carsley è rimasto in silenzio, affermando che la sua scelta non deriva dalla sua esperienza di giocatore con la Repubblica d’Irlanda. Carsley ha dichiarato di non aver mai cantato l’inno nazionale in tutte le sue esperienze, sia come giocatore che come allenatore, sottolineando che preferisce concentrarsi sulla preparazione della partita piuttosto che sul canto dell’inno.
Questa posizione ha diviso l’opinione pubblica: da un lato, alcuni tifosi tradizionalisti reclamano un maggiore senso di passione e rappresentanza da parte dei giocatori e allenatori, come dimostrato dalla pratica del suo predecessore Gareth Southgate. Dall’altro, esistono anche voci più pragmatiche che sostengono che l’importante sia il rendimento sul campo, piuttosto che il canto dell’inno.
Carsley ha spiegato che durante le sue esperienze passate, sia con l’Inghilterra Under-21 che giocando per l’Irlanda, si è sempre trovato concentrato sulla gara e teme che il canto dell’inno possa distrarlo. Ha affermato di avere il massimo rispetto per entrambe le nazioni e per i loro inni, ma ha ribadito che non intende cambiare idea sulla questione.
Le reazioni in rete sono state varie: alcuni utenti hanno minimizzato l’importanza della questione, mentre altri, inclusi editorialisti, hanno esortato la Federazione calcistica a prendere provvedimenti contro Carsley. Critiche sono arrivate anche dai media, come il Daily Mail, che ha descritto il rifiuto di Carsley di cantare come un tradimento della sua posizione. In particolare, alcuni commentatori hanno sostenuto che un allenatore della nazionale di un paese debba mostrare la propria alleanza cantando l’inno nazionale, evidenziando che la sua provenienza britannica e la sua storia con la nazionale irlandese lo rendono un candidato controverso per il ruolo.