Alessandro Giuli è stato nominato nuovo ministro della Cultura, succedendo a Gennaro Sangiuliano. Nato a Roma nel 1975, Giuli proviene da una famiglia con forti legami con il regime fascista, essendo il nonno un sostenitore di Mussolini e della Repubblica di Salò. Già da giovane ha mostrato inclinazioni politiche di destra, iscrivendosi al Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano (MSI), ed avvicinandosi a movimenti neofascisti e neonazisti.
Nonostante non abbia completato gli studi universitari in Lettere all’Università La Sapienza, Giuli ha costruito una carriera giornalistica significativa. È iniziato il suo percorso professionale al quotidiano “L’Umanità”, organo del Partito socialdemocratico, per poi passare al “Foglio”, dove ha ricoperto vari ruoli fino a diventare condirettore. Inoltre, ha diretto la rivista “Tempi”, conosciuta per il suo orientamento cattolico-conservatore. Durante la sua carriera ha costantemente mantenuto forti legami con la destra italiana, avvicinandosi alla Lega durante il primo governo Conte e collaborando strettamente con Giorgia Meloni e altri leader di Fratelli d’Italia. È interessante notare che anche sua sorella, Antonella Giuli, ha ricoperto ruoli importanti nella comunicazione del partito e alla Camera dei deputati.
Giuli era già stato considerato per la carica di ministro della Cultura nel 2022, ma nel novembre di quello stesso anno era stato nominato presidente della Fondazione MAXXI, un’istituzione culturale a Roma, solitamente associata a posizioni progressiste. Questa nomina gli ha permesso di rappresentare un’immagine più moderata e istituzionale della destra italiana, pur mantenendo saldi i principi del suo passato.
Dal punto di vista personale, Alessandro Giuli è sposato con Valeria Falcioni, una collega della redazione di Sky TG 24. La coppia ha due figli, nati nel 2016 e nel 2019. La nomina di Giuli è quindi un passo significativo nella politica culturale italiana, visto il suo background e le sue connessioni con la destra del paese, rivelando potenziali dinamiche interessanti per il futuro della cultura e dell’arte in Italia.