Il ghiacciaio della Marmolada, il più grande delle Dolomiti, potrebbe estinguersi entro il 2024 a causa di una drammatica perdita di spessore, che arriva a 7-10 centimetri al giorno. Negli ultimi cinque anni, secondo Legambiente, ha già perso 70 ettari di superficie, equivalenti a circa 98 campi da calcio. Dall’inizio delle misurazioni scientifiche nel 1888, la Marmolada ha subito un arretramento di 1.200 metri, con la sua fronte ghiacciata ora a 3.500 metri di altitudine. Questa situazione critica è evidenziata dalla campagna “Carovana dei ghiacciai” promossa da Legambiente e Cipra, con la collaborazione scientifica del Comitato Glaciologico italiano.
Durante una conferenza stampa a Padova, gli esperti hanno sottolineato che la crisi del ghiacciaio della Marmolada non è un caso isolato, ma è simile a quella di altri due ghiacciai alpini, l’Adamello e quello dei Forni. Per l’Adamello, i dati a lungo termine mostrano che la perdita di spessore ha reso possibile camminare sul ghiaccio proveniente dalle nevicate degli anni ’80. Tuttavia, il ghiacciaio della Marmolada è diventato un simbolo di questa crisi, specialmente dopo il tragico crollo del seracco avvenuto il 3 luglio 2022. La Carovana dei ghiacciai ha visitato la Marmolada nel 2020 e nel 2022, e ha in programma di tornare alla fine dell’estate 2024.
Le rilevazioni mostrano un ghiacciaio gravemente sofferente. Nel 1888, la Marmolada si estendeva su circa 500 ettari (equivalenti a 700 campi da calcio), ma oggi ha registrato una perdita di superficie superiore all’80% e una perdita volumetrica che supera il 94%. Attualmente, lo spessore massimo del ghiaccio è di soli 34 metri. La rapida fusione del ghiaccio ad alta quota sta trasformando l’area in un deserto di rocce levigate, che un tempo era coperto da ghiaccio, dando forma a nuovi ecosistemi. Questi cambiamenti rapidi e drammatici rappresentano non solo la perdita di un’importante risorsa naturale, ma anche un segnale allarmante delle conseguenze del cambiamento climatico sulla nostra Terra.