Durante il question time alla Camera, il nuovo ministro della Cultura Alessandro Giuli ha risposto a interrogativi riguardanti la commissione che si occupa dei finanziamenti pubblici ai film. Ha sottolineato l’importanza della questione e ha fatto sapere di non sentirsi offeso dal lavoro del suo predecessore, l’ex ministro Sangiuliano, dal quale ha ereditato il tema delle nomine per la commissione. Giuli ha rivelato di aver già avviato una verifica e revisione della commissione a poche ore dal suo insediamento. In merito alle nomine, ha chiarito che, contrariamente a quanto affermato, i membri sarebbero 15 e non 18, con una selezione mirata a garantire una variegata qualificazione professionale. Ha fatto l’esempio di Paolo Mereghetti, noto autore di un dizionario di cinema, per dimostrare che i membri non sono necessariamente associabili al precedente ministro.
Giuli ha evidenziato un problema reale riguardante l’equilibrio di genere nella commissione e ha espresso la sua intenzione di intervenire per rimediare a questa mancanza. Ha ricordato che il decreto che regola la commissione non è ancora definitivo e può essere modificato per garantire l’autorità e la competenza necessarie.
Pochi giorni dopo la sua prima uscita pubblica, è arrivata la rinuncia di Francesco Specchia, giornalista di Libero, a far parte della commissione. Specchia ha dichiarato che l’impegno richiesto dalla commissione sarebbe incompatibile con il suo lavoro quotidiano di inviato. Inoltre, ha voluto lasciare spazio per un necessario riequilibrio di genere, come sottolineato dal ministro Giuli. Ha ringraziato l’ex ministro Sangiuliano per la fiducia accordata e ha augurato buon lavoro al nuovo ministro, esprimendo profonda stima nei suoi confronti.
Questi eventi evidenziano un momento di transizione all’interno del ministero, con il nuovo ministro che cerca di stabilire una direzione chiara e inclusiva per la commissione cinematografica, ponendo l’accento sulla professionalità e sull’equilibrio di genere nel panorama culturale italiano.