Il recente taglio dei tassi d’interesse della Banca Centrale Europea (BCE) di 25 punti base ha avuto importanti effetti sull’economia europea, in particolare sull’accesso al credito e sui costi per famiglie e imprese. Con il nuovo tasso sui depositi fissato al 3,50%, le conseguenze sono evidenti. Da un lato, circa 3,5 milioni di famiglie italiane con mutui beneficeranno di prestiti più leggeri, poiché i tassi di interesse sui mutui e sui prestiti alle imprese sono destinati a scendere ulteriormente. Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, ha sottolineato che le decisioni della BCE si sono dimostrate anticipate rispetto a quelle della Federal Reserve americana. Per chi stipula un mutuo a 25 anni da 200.000 euro, le stime indicano un risparmio totale di oltre 70.000 euro, con una diminuzione media dei tassi per i mutui variabili che passa dal 5,08% di maggio al 4,64% di agosto.
Un altro effetto del taglio BCE è la riduzione del costo del debito pubblico, con previsioni di risparmi significativi per lo Stato: si stima che quest’anno il risparmio potrebbe aggirarsi attorno ai 3 miliardi e raggiungere i 7 miliardi nel 2025. Tuttavia, i risparmiatori potrebbero vedere una diminuzione della remunerazione dei depositi bancari, con il tasso sui depositi vincolati che si attesta ora attorno al 3,6%.
Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, il taglio ha portato a un aumento dei prezzi dei bond, ma anche a un abbassamento dei rendimenti per titoli a tasso variabile e cedole inferiori per i Btp Italia. La Fabi ha evidenziato che a oggi ci sono 6,8 milioni di famiglie indebitate, di cui 3 milioni e mezzo hanno mutui per l’acquisto della casa, beneficiando di un significativo abbassamento dei tassi.
Infine, le richieste di mutui immobiliari sono aumentate del 13,4% ad agosto, segno di una ripresa nel mercato dopo anni di politica monetaria restrittiva. Facile.it ha stimato un abbassamento per le rate di mutui medi variabili che potrebbe arrivare a oltre 85 euro entro il 2025, riflettendo un generale miglioramento nella situazione economica delle famiglie italiane.