Alessia Pifferi, condannata all’ergastolo per la morte della figlia Diana, ha vissuto una crisi profonda dopo il suo trasferimento dal carcere di San Vittore a quello di Vigevano. L’avvocato di Pifferi, Alessia Pontenani, ha rivelato che la sua assistita sta affrontando gravi difficoltà psicologiche e fisiche. Al momento, Alessia è in isolamento e ha perso molto peso, tanto che si teme per la sua salute. La donna, inizialmente sistemata con un’altra detenuta che l’aiutava, è ora sola e trascorre gran parte del giorno davanti alla televisione, evitando però le notizie che parlano di lei.
L’avvocato ha sottolineato che Alessia non comunica con gli altri detenuti, se non con le guardie e il cappellano, e la sua unica attività sembra essere quella di andare a messa e confessarsi. Ha tentato di socializzare, ma ha subito minacce, portandola a chiudersi ulteriormente. Pontenani è l’unica persona a visitarla, e a causa della distanza dal suo carcere attuale, trova difficile recarsi a Vigevano, dedicando molte ore per ogni visita.
Pifferi ha mostrato segni di deterioramento, sia fisico che mentale, a tal punto che si sospettava potesse avere la tubercolosi. La situazione emotiva è complicata anche dalla coincidenza tra il trasferimento e anniversari dolorosi, come la morte del suo ex marito e quella della figlia. Nonostante la gravità delle circostanze, Pifferi non menziona spesso Diana nei discorsi con il suo avvocato, e secondo Pontenani, la rimozione di questi ricordi potrebbe essere una forma di auto-protezione. Tuttavia, ha chiesto notizie sulla tomba della figlia, esprimendo il desiderio che venga mantenuta, come dimostrano le visite di persone inviate da lei in passato.
In sintesi, Alessia Pifferi si trova in una condizione di isolamento e vulnerabilità, segnata da un profondo dolore e da una vita estremamente difficile all’interno del sistema carcerario, in cui si è allontanata dai ricordi della figlia per proteggere se stessa.
