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venerdì, 22 Novembre, 2024
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Addio alla pensione con Quota 41: conferma solo con riduzione dell’assegno

Quota 41 è una misura pensionistica che consente di andare in pensione con 41 anni di contributi, senza limiti di età. Tuttavia, la sua applicazione ha sollevato preoccupazioni sia tra i lavoratori che tra il governo. Il vicepremier Salvini promuove Quota 41 come una novità previdenziale fondamentale per il 2025, mentre altri membri della maggioranza temono un potenziale flop in termini di adesioni e costi, spingendo per una revisione.

La misura, inizialmente concepita per tutti i lavoratori, è stata in realtà limitata ai lavoratori precoci, ossia coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni e hanno accumulato almeno dodici mesi di contributi. Ci sono state proposte per estendere la misura a tutti i lavoratori, eliminando il requisito dell’età, ma ciò comporterebbe un aumento considerevole dei costi per lo Stato.

Attualmente, il governo sta considerando di implementare Quota 41 per tutte le categorie di lavoratori, utilizzando un sistema di calcolo contributivo. Tuttavia, questa modifica potrebbe portare a un taglio dell’assegno pensionistico del 15%, creando ulteriori preoccupazioni. Infatti, più tempo si passa in pensione, minore sarà la pensione mensile erogata, poiché l’assegno dovrà essere diviso per più anni, il che può comportare costi addizionali per lo Stato pari a circa un miliardo di euro all’anno.

I vincoli di bilancio, un debito pubblico che sta per superare i 3.000 miliardi e l’avvertimento della Commissione Europea mettono in luce i rischi associati a Quota 41. Finanziariamente, la misura rappresenta una sfida, poiché per garantire il pagamento di Quota 41 senza tagli eccessivi agli assegni pensionistici, l’INPS dovrà fare appello ai contributi di coloro che andranno in pensione in futuro.

In sintesi, la prospettiva di Quota 41 per il 2025 rimane incerta. La proposta presenta vantaggi per i lavoratori, ma i costi elevati e le preoccupazioni sulle pensioni future, specialmente per le nuove generazioni, potrebbero compromettere la sua realizzazione. Il governo si trova in una situazione di stallo, cercando di raggiungere un accordo che tuteli sia i diritti dei lavoratori sia la sostenibilità economica del sistema previdenziale.

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