Il sistema di reclutamento scolastico in Italia mostra gravi carenze, con migliaia di insegnanti idonei ai concorsi pubblici del 2023-2024 in uno stato di precarietà e incertezza professionale. Questi docenti, già giudicati idonei, chiedono di non dover affrontare ulteriori esami, poiché la loro situazione riguarda anche i bandi precedenti del 2016, 2018 e 2020, evidenziando un problema sistemico nella gestione delle assunzioni.
Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha ridotto il numero di docenti coinvolti a circa 6.000, ma le critiche da parte di insegnanti e sindacati continuano a crescere. Viene denunciato il mancato rispetto delle promesse di assunzione, dato che l’obiettivo di inserire 46.000 nuovi docenti è ancora lontano. I docenti lamentano di essere rimasti in una condizione di precarietà senza prospettive concrete di stabilizzazione.
Una delle principali criticità è l’interazione tra i concorsi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e quelli precedenti. Oltre 18.000 posti sono riservati ai candidati del PNRR, escludendo molti docenti idonei dai concorsi passati, il che ha generato frustrazione. Valditara ha sottolineato l’importanza di rispettare gli impegni con l’Unione Europea per evitare il blocco della tranche di 24 miliardi del Next Generation EU.
La CGIL ha espresso preoccupazioni riguardo alla discontinuità formativa che la precarietà degli insegnanti potrebbe causare, con conseguenze negative sulla formazione degli studenti. In una lettera alla Commissione Europea, il sindacato ha chiesto una revisione degli impegni dell’Italia, suggerendo di dare priorità ai docenti idonei dei concorsi precedenti.
Nel frattempo, su piattaforme come Change.org, i docenti hanno raccolto oltre 30.000 firme per chiedere una graduatoria unica per il bando PNRR, sostenendo che anche le minime differenze di punteggio tra candidati non dovrebbero portare all’esclusione dalle assunzioni. Il sindacato Anief sta preparando ricorsi al Tar del Lazio per tutelare i diritti dei docenti idonei, affermando che chiunque abbia superato le prove concorsuali dovrebbe essere assunto, indipendentemente dal proprio status di vincitore o idoneo.