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domenica, 24 Novembre, 2024
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Comprendere la Rabbia dei Pazienti: Un Medico Contro la Violenza nei Pronto Soccorso

Nulla giustifica la violenza, che deve sempre essere condannata, ma l’esepratione dei pazienti in pronto soccorso merita di essere compresa. Maurizio Viecca, con 50 anni di esperienza e attualmente direttore della Cardiologia presso il Fatebenefratelli di Milano, offre una prospettiva diversa riguardo all’aumento delle aggressioni nei servizi di emergenza. Secondo lui, la presenza delle forze dell’ordine non è un problema, ma occorre analizzare la situazione nel suo complesso.

Il problema principale risiede nella frustrazione dei pazienti, spesso arrabbiati quando si trovano di fronte a pronto soccorsi sovraffollati. Negli ultimi 20 anni, a Milano, il numero e la capacità di queste strutture sono aumentati, senza però migliorare la situazione. La causa è da ricercare nella mancanza di un “filtro” rappresentato dai medici di base, che costringe molte persone ad affollare questi servizi d’emergenza. I pazienti arrivano già stanchi e preoccupati e l’attesa, che può protrarsi per ore, aumenta il loro nervosismo. Contemporaneamente, gli operatori sanitari sono spesso esausti a causa di organici ridotti e turni di lavoro massacranti.

Viecca propone modifiche nei processi di accoglienza. Sottolinea che è inaccettabile che le persone debbano rimanere 7-8 ore senza ricevere assistenza. La sua idea è che un medico dovrebbe visitare i pazienti all’arrivo, fornendo indicazioni preliminari sugli esami da svolgere. Anche se i pazienti dovranno comunque attendere lo loro turno, una visita iniziale potrebbe aiutarli a sentirsi più rassicurati.

In questo contesto, gli operatori sanitari giocano un ruolo cruciale. Viecca afferma che devono essere disponibili e umili, in particolare con coloro che si trovano in una situazione di paura e sofferenza. La sua analisi sottolinea l’importanza di considerare non solo l’efficienza del servizio sanitario, ma anche la dignità e la serenità dei pazienti all’interno dell’ambiente di emergenza. Ripensare la gestione dei pronto soccorsi potrebbe quindi contribuire a ridurre l’aggressività e migliorare l’esperienza complessiva per i pazienti e il personale.

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