Mario Draghi, nel suo rapporto presentato al Parlamento europeo il 17 settembre 2024, affronta il tema cruciale della burocrazia e delle normative eccessive che ostacolano la competitività dell’Europa rispetto agli Stati Uniti e alla Cina. Draghi sottolinea che l’Unione europea deve trovare un equilibrio tra la regolamentazione necessaria per proteggere i cittadini e l’ambiente e la necessità di stimolare l’imprenditorialità per mantenere un ruolo competitivo a livello globale.
Il rapporto, commissionato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, etichetta la sfida della competitività come “esistenziale” e propone modifiche significative in diversi settori, tra cui un aumento senza precedenti degli investimenti pubblici, una riforma della politica di coesione e della politica di concorrenza, oltre a strategie per ridurre i costi energetici in Europa. Draghi mette in evidenza l’alto onere normativo che grava sulle imprese europee, paragonando la produzione legislativa dell’UE a quella degli Stati Uniti e rilevando che, negli ultimi tre anni, l’Europa ha adottato notevolmente più leggi rispetto agli USA, generando così un ambiente legislativo insostenibile per le PMI.
Nel settore digitale, Draghi avverte che l’eccesso di regolamentazione potrebbe frenare l’innovazione necessaria per competere con i giganti tecnologici statunitensi e cinesi, evidenziando la necessità di una razionalizzazione delle normative. A tal fine, suggerisce la creazione di un vicepresidente della Commissione dedicato alla semplificazione normativa e propone di ridurre gli obblighi di rendicontazione per le PMI, che rappresentano il motore dell’economia europea.
Il rapporto di Draghi riflette le preoccupazioni sollevate durante la campagna elettorale europea riguardo al crescente peso della normativa sulle piccole e medie imprese. Infatti, tra il 2017 e il 2022, più di 850 nuovi obblighi europei sono stati imposti, aggravando la situazione. Durante il dibattito, alcuni candidati hanno proposto soluzioni radicali, come l’eliminazione di direttive specifiche, mentre altri hanno difeso la necessità di mantenere alcune normative, sottolineando l’importanza della protezione delle aziende europee.
In sintesi, il rapporto di Draghi è un appello alla necessità di riforme significative per garantire che l’Europa rimanga competitiva in un contesto globale dominato da potenze come Stati Uniti e Cina.