Negli ultimi giorni il Libano è stato scosso da una serie di eventi drammatici legati a cyber attacchi massicci che hanno messo fuori uso i sistemi di comunicazione di Hezbollah. Martedì, migliaia di cercapersone sono esplosi, seguiti da problemi con walkie-talkie, radio e pannelli solari. Questi eventi hanno causato caos e il bilancio è terribile: decine di morti e centinaia di feriti tra Beirut e Damasco. Si sospetta che l’operazione sia stata condotta dal Mossad israeliano, che ha sabotato i sistemi di comunicazione del gruppo militante sciita. Sebbene inizialmente Washington non sembrasse a conoscenza dell’operazione, è emerso che la Casa Bianca era informata, seppur senza dettagli.
Questa azione sorprendente ha generato timori di un’escalation del conflitto. Israele ha mobilitato le sue truppe al confine nord e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è stato convocato urgentemente. Netanyahu potrebbe considerare un’azione terrestre in Libano, ma ciò dipende anche dalla reazione degli Stati Uniti, che stanno esprimendo dissuasione. Dopo un lungo periodo di tensione, ci si chiede se ci stiamo dirigendo verso una guerra totale.
Marco Mancini, ex capo del controspionaggio italiano, ha confermato che Israele ha utilizzato tecnologie avanzate e strategie di intelligence umana per raccogliere informazioni e infiltrarsi tra le fila di Hezbollah. Le ripercussioni di questi eventi non si sono fatte attendere: il partito islamico sciita ha subito un colpo significativo alla sua immagine di invulnerabilità, generando panico tra la popolazione e un sovraccarico negli ospedali, simile a quanto accaduto dopo l’esplosione al porto di Beirut nel 2020.
Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, si trova ora davanti alla sfida di gestire non solo la crisi interna al gruppo, ma anche le pressioni da parte dell’Iran, che esorta a rispondere all’offesa subita. La situazione si complica ulteriormente dal momento che l’origine e l’esatta manomissione dei dispositivi di comunicazione restano poco chiare. Tuttavia, gli operativi israeliani hanno dimostrato di avere accesso e controllo su una parte della logistica di Hezbollah, facendogli comprendere che possono effettuare attacchi ovunque desiderino.