Durante la manifestazione “Per una Sanità efficiente e sicura al servizio del cittadino”, organizzata dall’Uap al teatro Brancaccio di Roma, i rappresentanti della sanità privata hanno espresso richieste chiare verso le istituzioni e la politica. L’evento ha visto la partecipazione di oltre 27mila realtà sanitarie e aveva come obiettivo principale quello di richiedere un adeguamento alle norme vigenti e ai livelli essenziali di assistenza (Lea), con particolare attenzione ai nomenclatori tariffari. È stata chiesta la sospensione per tre anni del Dl Concorrenza, ritenuto inadeguato per le strutture sanitarie, e l’aggregazione in rete delle strutture che non raggiungono le 200mila prestazioni.
Valter Rufini, presidente di Anisap, ha sottolineato la pressoché totale inattività delle istituzioni, lamentando che dopo sei mesi dalla precedente manifestazione non ci sono stati progressi significativi. Ha invocato maggiore trasparenza riguardo ai fondi disponibili e ha chiesto un tavolo di confronto chiaro e efficace con il governo. Inoltre, ci si è opposti alla continua riduzione dei budget e alla pressione normativa che ha messo a repentaglio le strutture sanitarie.
Elisabetta Argenziano, segretario nazionale di Federbiologi, ha messo in evidenza le problematiche legate all’automazione e all’aggregazione, avvertendo che queste pratiche hanno portato alla chiusura di laboratori e all’abolizione di alcune professioni, causando un grave danno all’occupazione nel settore. Ha chiesto attenzione per il “grido di dolore” che proviene dai professionisti della salute.
Anche Alessandro Casinelli, presidente di Federlazio Salute, ha rimarcato l’importanza di ascoltare le voci degli operatori sanitari, sottolineando come alla manifestazione fosse rappresentato praticamente l’intero settore. Ha insistito sulla necessità di rivedere il nomenclatore tariffario e di stabilire un’equità tra operatori pubblici e privati accreditati, ribadendo che il Dl Concorrenza non dovrebbe applicarsi alla sanità, altrimenti si correrebbe il rischio di una svendita a favore delle multinazionali.
In sintesi, la manifestazione si è rivelata un momento cruciale per fare pressione sulla politica affinché prenda in considerazione le necessità e le richieste delle strutture sanitarie private, con l’obiettivo di garantire un servizio adeguato e rispettoso dei diritti dei cittadini.