Il CEO di Unicredit, Andrea Orcel, ha dichiarato che l’investimento in Commerzbank è attualmente considerato un semplice investimento e non si dovrebbe parlare di altro. Orcel ha sottolineato che Unicredit è un azionista strategico, ma che rimane un investimento. Ha descritto l’operazione come un “test per l’Europa” e ha evidenziato che ci sono tre scenari possibili per il futuro della collaborazione con la banca tedesca, durante la conferenza annuale dei CEO finanziari organizzata da Bank of America.
Le tre opzioni delineate includono: mantenere la situazione attuale e supportare Commerzbank nel valorizzare il suo potenziale; esplorare la possibilità di un’iniziativa più grande, ma necessitando dell’accordo di entrambe le parti; infine, se l’operazione non porta ai risultati auspicati, Unicredit potrebbe decidere di vendere la propria partecipazione e distribuire il capitale agli azionisti. Orcel ha enfatizzato che non c’è fretta di prendere decisioni affrettate e che nessuno di questi scenari prevale attualmente sugli altri.
In un’altra dichiarazione, Orcel ha precisato che Unicredit non chiederà posti nel consiglio di amministrazione di Commerzbank, sottolineando che è inappropriato per un investitore, che è anche un concorrente. Ha indicato che il modello da seguire per Commerzbank sarebbe quello di Hvb, una controllata di Unicredit, ma ha ribadito che l’operazione deve coinvolgere tutte le parti interessate.
Orcel ha anche rivisto al rialzo le previsioni di utile per il 2024, suggerendo che Unicredit punta a un utile superiore ai 9 miliardi di euro, con una distribuzione di 8,6 miliardi agli azionisti nello stesso anno. Ha inoltre anticipato che a partire dal 2025, il tasso di distribuzione dell’utile aumenterà dal 40% al 50%.
Nonostante queste prospettive positive, la Germania si mostra cauta riguardo all’operazione, richiedendo la massima indipendenza possibile per Commerzbank. Il segretario di Stato alle Finanze, Florian Toncar, ha espresso l’importanza di trovare una soluzione che soddisfi sia Commerzbank sia il governo federale, senza compromettere l’indipendenza della banca. Questa attenzione da parte della Germania riflette le preoccupazioni sulla governance e sul futuro della banca tedesca dopo l’acquisizione parziale da parte di Unicredit.