In diverse località del Veneto, come Castelfranco, Nervesa della Battaglia, Arzignano e la Riviera del Brenta, si osserva un’intensificazione dei fenomeni meteorologici estremi, in particolare delle bombe d’acqua, rispetto ad altre aree, come Vicenza e i suoi dintorni. Il meteorologo vicentino Marco Rabito ha spiegato che questo fenomeno è attribuibile a quelle che chiama “corsie preferenziali” dei temporali, che sono canali seguiti da questi eventi atmosferici. Tali corsie sono il risultato della particolare morfologia del territorio, caratterizzato da pianure strette tra le coste e le Prealpi, creando condizioni favorevoli per la formazione di temporali.
Il mare Adriatico gioca un ruolo cruciale, fornendo aria calda e umida necessaria per alimentare le tempeste, mentre i rilievi montuosi agiscono come catalizzatori, innescando la formazione di temporali. Questo spiega perché storicamente certe zone subiscono più frequentemente alluvioni e eventi meteorologici estremi.
Un ulteriore elemento che contribuisce a questa concentrazione è la formazione delle “cool pool”, ovvero piscine fredde, che si verificano quando l’aria fredda viene scaricata con la pioggia. Questo fenomeno genera un movimento ascensionale che riattiva il temporale. Secondo Rabito, le cool pool agiscono come rilievi invisibili, potenziando i temporali anche in aree pianeggianti come la Riviera del Brenta.
La combinazione di caratteristiche morfologiche e fenomeni meteorologici porta a situazioni in cui alcune aree sono più esposte a temporali multipli e auto-rigeneranti. Perfino piccole variazioni di altitudine possono determinare un’inondazione in un comune mentre un altro nelle vicinanze rimane relativamente asciutto. Queste dinamiche meteo-territoriali spiegano perché alcune zone più vicine siano colpite più gravemente, evidenziando l’importanza degli studi meteorologici per comprendere e, eventualmente, gestire meglio i rischi associati a questi fenomeni estremi. Con una comprensione più profonda delle corsie preferenziali e delle interazioni tra vari fattori naturali, è possibile sviluppare strategie di previsione e mitigazione per ridurre l’impatto di eventi meteorologici avversi nelle regioni più vulnerabili.