È in corso una polemica tra l’Ordine dei giornalisti e la Procura di Parma riguardo alla gestione delle informazioni sulla tragica vicenda dei neonati sepolti a Traversetolo. Il Procuratore Capo, Alfonso D’Avino, ha replicato a dichiarazioni fatte dal presidente nazionale dell’Ordine, Carlo Bertoli, durante un’assemblea dell’Associazione Stampa Toscana. Bertoli ha sostenuto che il “circo mediatico” sorto in merito alla situazione fosse il risultato del silenzio della Procura. D’Avino ha voluto precisare che Traversetolo non è un piccolo paese di 500 abitanti, ma conta 10.000 residenti, e ha messo in dubbio l’affermazione di Bertoli, che rischia di alimentare frizioni tra i sistemi di informazione e giustizia.
La Procura ha affermato di voler trovare un equilibrio tra diritto di cronaca, segretezza delle indagini e presunzione di innocenza, e ha criticato come i media abbiano assediato, con telecamere e microfoni, i protagonisti della vicenda e le loro famiglie. D’Avino ha citato un episodio in cui un drone di una rete televisiva cercava di “spiare” le operazioni di scavo, costringendo gli investigatori a proteggere i loro lavori. Il Procuratore ha espresso soddisfazione per aver garantito, per circa un mese, la serenità della protagonista della vicenda, mantenendola lontano dal clamore mediatico.
Inoltre, ha contestato a Bertoli il fatto di averlo chiamato “sostituto procuratore” invece che “procuratore”, chiarendo che questo errore deriva dalla sua posizione di vertice nel sistema di informazione. D’Avino ha sottolineato l’importanza di questa distinzione, spiegando che solo un Procuratore può rilasciare comunicati ufficiali.
Infine, ha voluto specificare che la Procura non ha mostrato indulgenza nei confronti della giovane coinvolta, avendo chiesto misure cautelari gravi, dimostrando così rigore nella gestione del caso. La replica di D’Avino mira a chiarire sia il ruolo della Procura sia il comportamento tenuto nei confronti del caso, contro le affermazioni di Bertoli.