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giovedì, 21 Novembre, 2024
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Cinque sospetti di corruzione all’Università per Stranieri di Perugia

Cinque persone sono attualmente indagate dalla Procura della Repubblica di Perugia con l’accusa di corruzione legata all’Università per Stranieri. Le contestazioni riguardano fatti avvenuti tra il 2018 e il 2020 e, a partire da ottobre, si svolgerà l’udienza preliminare presso il tribunale di Perugia.

Le indagini coinvolgono Giuliana Greco Bolli, ex rettrice dell’Università per Stranieri, Stefania Spina, docente presso la stessa università, Paolo Di Giovine, anche lui docente e presidente della Commissione per l’abilitazione scientifica nazionale, Daniele Piccini, direttore del dipartimento di Scienze umane e sociali, e Federica Annamaria Venier, docente universitaria. Al centro delle accuse si trovano presunti scambi di favori legati all’abilitazione di Spina a docente di fascia I. Questa abilitazione sarebbe stata fondamentale per la partecipazione a un concorso successivo, la cui validità è contestata dalla Procura, oltre all’ottenimento di due posizioni da ricercatore per studenti raccomandati.

Secondo l’accusa, Greco Bolli avrebbe abusato della sua posizione per indurre Piccini a non convocare il Consiglio di Disciplina entro i termini di legge, riguardo alla chiamata in servizio della docente risultata vincitrice del concorso per docente di fascia uno. Grazie a questa omissione, sarebbe rimasto un posto vacante che sarebbe stato attribuito a un candidato interno che aveva ottenuto il secondo posto. Quest’azione specifica è considerata una forma di induzione indebita a dare e promettere utilità.

L’inchiesta mette in luce un presunto sistema di favoritismi e scambi di vantaggi all’interno dell’istituzione accademica, sollevando interrogativi sull’integrità dei processi di selezione e abilitazione. Gli sviluppi del processo e le testimonianze dei coinvolti potrebbero fornire ulteriori dettagli sulla gravità delle accuse e sull’operato delle parti coinvolte.

Questa situazione ha destato preoccupazione non solo nella comunità accademica, ma anche nell’opinione pubblica, evidenziando la necessità di garantire trasparenza e legalità all’interno delle istituzioni educative italiane. Con l’avvio del processo, si attende un chiarimento sui fatti e sulle eventuali responsabilità delle persone coinvolte.

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