Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha sostenuto il suo ultimo esame universitario alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università ‘Sapienza’ di Roma, trasformandolo in un episodio di polemica. Giuli è stato interrogato alla mattina presto per motivi di “sicurezza” e ha ottenuto un punteggio finale di 30. All’esterno dell’università, il collettivo studentesco ‘Cambiare Rotta’ ha protestato contro la presenza del ministro e le modalità dell’esame, che è stato considerato a porte chiuse. Gli studenti hanno esposto striscioni con frasi come “Giuli lo bocciamo noi! Bocciamo il fascismo e la cultura del precariato” e critiche verso le politiche culturali del governo.
Il professor Gaetano Lettieri, che ha esaminato Giuli, ha affermato che l’esame si è svolto in modo regolare e trasparente, sottolineando che la presenza della polizia era dovuta a questioni di sicurezza e che le porte erano aperte. Lettieri ha elogiato Giuli per la sua preparazione e il suo impegno, affermando che l’iscrizione all’esame era avvenuta prima che diventasse ministro.
Nonostante la lode del professore, alcuni studenti hanno sollevato obiezioni riguardo all’esame, considerandolo una “zona off limits,” dove i risultati e il processo non erano accessibili al pubblico. Uno studente, Nicolas, ha evidenziato come la sicurezza del ministro avesse limitato l’accesso alla zona durante l’esame.
Le proteste studentesche non si sono limitate alla questione dell’esame; hanno anche espresso un più ampio dissenso verso le politiche del governo, considerato di destra, affermando di non sentirsi rappresentati. In risposta, Lettieri ha difeso il diritto di ogni cittadino di sostenere un esame, citando articoli della Costituzione che garantiscono libertà di studio e ricerca.
La preside della Facoltà di Lettere, Arianna Punzi, ha smentito le accuse di irregolarità, sostenendo che l’esame era regolare e che Giuli, essendo iscritto, aveva gli stessi diritti degli altri studenti. Ha chiuso la discussione chiedendo di lasciarla lavorare in pace, rispondendo così ai cronisti presenti. La situazione ha quindi messo in luce la tensione tra le esigenze di sicurezza e il diritto all’istruzione in un contesto politico controverso.