Anil Seth è un esperto di coscienza e insegna Neuroscienze cognitive e computazionali all’Università del Sussex. È anche condirettore del Programma di ricerca “Cervello, mente e coscienza” del Canadian Institute for Advanced Research. Nel suo libro “Come il cervello crea la nostra coscienza”, edito da Raffaello Cortina Editore, Seth cerca di chiarire come si sviluppa la nostra esperienza cosciente e perché percepiamo la vita in prima persona. Ogni individuo vive l’esperienza in modo diverso e questo solleva interrogativi sulla capacità di comunicare e comprendere gli altri.
Seth riflette sulla possibilità che questa diversità emerga come un fattore di solitudine. Tuttavia, egli propone che le singole esperienze, pur essendo uniche, non siano isolanti. Anzi, afferma che esiste una dimensione sociale dell’identità: “Credo che ognuno di noi abbia un modo unico di fare esperienza del mondo. Pur avendo cervelli e corpi diversi, la nostra esperienza non è completamente disgiunta”. La realtà che condividiamo ci consente di avere similarità pur mantenendo differenze.
Quando si approfondisce il tema dell’esperienza del sé, Seth sottolinea l’importanza di considerare come gli altri percepiscono la nostra identità. “Parte di come sono io è quello che sono nelle menti degli altri”, spiega, evidenziando l’interazione tra percezione individuale e percezione collettiva. Questo aspetto sociale e relazionale della coscienza rappresenta una chiave fondamentale per comprendere l’identità.
In sintesi, la diversità di esperienze coscienti tra gli individui non implica necessariamente una solitudine insormontabile. Piuttosto, essa sottolinea un legame intrinseco tra le persone, basato su un’interazione continua e condivisa. La nostra identità è quindi influenzata non solo da come viviamo internamente, ma anche da come veniamo percepiti e compresi dagli altri. La ricerca di Seth si inserisce in un contesto più ampio, volto a esplorare i legami tra cervello, coscienza e dimensione sociale, promuovendo una visione integrata della coscienza che celebra al contempo l’unicità individuale e la connessione collettiva.