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domenica, 24 Novembre, 2024
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La vera sfida in Europa è la contrazione del mercato

La settimana del settore automobilistico del 2024 è segnata da eventi drammatici: Stellantis ha visto un calo del 14% in borsa, Volkswagen ha annunciato la possibile chiusura di due stabilimenti in Germania, e le difficoltà di Renault hanno alimentato voci di fusione con Stellantis e BMW. In Italia, Carlos Tavares interverrà alla Camera l’11 ottobre, mentre il rapporto Fim-Cisl rivela una produzione di Stellantis in calo del 31,7% nei primi nove mesi del 2024 rispetto al 2023. Questo calo è legato alla strategia di riduzione delle scorte negli Stati Uniti, che comporta la diminuzione delle consegne di oltre 200.000 veicoli nel secondo semestre.

Secondo Giuseppe Sabella, direttore di Oikonova, molti costruttori avevano accumulato stock nel 2023 per affrontare i ritardi nelle consegne, ma ora stanno rallentando la produzione. La situazione di Stellantis in Italia è preoccupante, con Torino che registra un calo del 68,4% nella produzione, mentre a Melfi e Cassino ci sono riduzioni significative. A Pomigliano, nonostante una flessione del 5,5%, la Panda ha visto un aumento della produzione. Questa crisi ha portato a continui ammortizzatori sociali e a 25.000 lavoratori a rischio di perdita del posto di lavoro.

A livello europeo, si evidenzia una stagnazione del mercato automobilistico che dura da 15 anni, aggravata dalla pandemia di COVID-19. Le istituzioni europee hanno spinto per una transizione verso l’auto elettrica, ma oggi si riconosce che l’industria cinese è in vantaggio tecnologico. La dipendenza dell’Europa dalla Cina è ora una preoccupazione crescente, soprattutto con i produttori cinesi che espandono la loro capacità in Europa.

Sabella suggerisce che sia necessario rivedere le normative, in particolare il piano Fit for 55 che fermerà i motori endotermici entro il 2035. Inoltre, l’innovazione tecnologica sarà cruciale per la competizione. Infine, critica la mancanza di un approccio sistemico in Italia nella risoluzione delle crisi, a differenza della Germania, dove i vari attori collaborano per trovare soluzioni. Serve rafforzare la capacità produttiva, anche attraverso nuovi costruttori, per affrontare la crisi attuale.

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