La presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha ritirato la querela per diffamazione contro Luciano Canfora, storico e filologo di 82 anni, professore emerito all’università di Bari. Quest’ultimo era stato rinviato a giudizio a causa di affermazioni fatte il 11 aprile 2022 durante un incontro con gli studenti del liceo scientifico Fermi di Bari, in merito al conflitto Russia-Ucraina. In quell’occasione, Canfora si era riferito a Meloni come “neonazista nell’anima” e “poveretta”, definendola una “mentecatta pericolosissima”. Queste dichiarazioni avevano aggravato l’accusa poiché erano state indirizzate a un pubblico ufficiale nell’ambito delle sue funzioni.
La difesa di Canfora aveva chiesto l’archiviazione del caso, sostenendo che le affermazioni rientravano nell’esercizio del diritto di critica, in particolare quello politico, e che non costituivano reato. Meloni si era invece costituita parte civile, richiedendo anche un risarcimento di 20mila euro per danno morale qualora il tribunale avesse condannato Canfora.
Con il ritiro della querela, il procedimento penale è caduto e il processo non avrà seguito. Questa decisione segna un cambiamento significativo nella querelle tra la presidente del Consiglio e il professore, chiudendo quindi un capitolo controverso di insulti e accuse. Ciò evidenzia anche una certa dinamica tra la politica e la libertà di espressione, mettendo in luce le tensioni esistenti nel dibattito pubblico italiano. Meloni, come figura di spicco del governo, ha assunto un ruolo di primo piano in questo caso, attirando l’attenzione su come le figure pubbliche affrontano le critiche e le accuse nel contesto politico contemporaneo.
In definitiva, il ritiro della querela da parte di Meloni non solo pone fine a un possibile processo legale, ma consente anche di riflettere sul delicato equilibrio tra libertà di espressione e protezione delle figure pubbliche da attacchi considerevoli. La vicenda rappresenta un esempio di come il dibattito politico possa sfociare in azioni legali e interrogativi sulla legittimità delle critiche rivolte ai politici, specialmente in un’epoca caratterizzata da forti polarizzazioni ideologiche.