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sabato, 23 Novembre, 2024
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Se la 500e non decolla, l’indotto paga: Denso annuncia 150 esuberi

Allo stabilimento Denso Thermal Systems di Poirino (Torino), specializzato nella produzione di sistemi di condizionamento per auto, è stato firmato un accordo quadro da Fim, Fiom, Uilm e Fismic per affrontare la crisi nel settore automotive. L’azienda ha comunicato una significativa riduzione degli ordinativi, in particolare per la 500 elettrica, portando a un calo del 35% nei volumi prodotti e influenzando i 700 lavoratori dello stabilimento. Di conseguenza, Denso ha dichiarato la necessità di adottare ammortizzatori sociali per tutto il 2025, parlando di un esubero strutturale di 150 lavoratori.

L’accordo siglato ha una durata di 12 mesi e prevede l’implementazione del contratto di solidarietà, oltre alla possibilità di incentivare le dimissioni volontarie. Le organizzazioni sindacali Fim, Fiom, Uilm e Fismic esprimono grande preoccupazione per la difficile situazione del settore, evidenziando come aziende che tradizionalmente non avevano mai fatto ricorso agli ammortizzatori sociali siano ora in grave difficoltà. L’intento principale dell’accordo è quello di tutelare salari e occupazione dei lavoratori di Denso, riconoscendo che l’unica soluzione a questa crisi è la concessione di nuovi modelli allo stabilimento Stellantis di Mirafiori.

La situazione attuale dimostra l’impatto della crisi sul settore automotive, dove l’incertezza nella produzione e la mancanza di ordinativi stanno mettendo a dura prova non solo Denso, ma l’intero comparto. L’accordo quadro rappresenta un tentativo di minimizzare le conseguenze negative per i lavoratori e di garantire la continuità produttiva nell’attesa di un ritorno alla stabilità. Le organizzazioni sindacali sono unite nel richiedere un intervento tempestivo da parte delle istituzioni e dell’azienda per trovare soluzioni a lungo termine e prevenire ulteriori esuberi.

In conclusione, mentre si affrontano le sfide attuali, l’accordo firmato offre una speranza per ricerca di stabilità e supporto ai lavoratori, ma è chiaro che la situazione richiede un’azione concertata per garantire il futuro dell’industria automotive in Italia.

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