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lunedì, 25 Novembre, 2024
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Il primo centrocampista box to box: leggenda dell’Olanda e dell’Ajax

Johan Neeskens, leggendario centrocampista olandese, è deceduto all’età di 73 anni mentre si trovava in Algeria per un progetto calcistico. Riconosciuto come uno dei pionieri del ruolo di centrocampista “box to box”, Neeskens ha segnato un’epoca nel calcio degli anni ’70, sia come giocatore che come individuo. Nato a Heemstede, Neeskens iniziò la carriera come terzino, ma grazie all’influenza di Rinus Michels nell’Ajax, si trasformò in uno dei migliori centrocampisti, famoso per la sua forza fisica e la capacità di coprire il campo. Con l’Ajax, conquistò tre Coppe dei Campioni (1971, 1972, 1973), due campionati olandesi e altri trofei.

Nel 1974, Neeskens si trasferì al Barcellona, riunendosi con Johan Cruijff, e diventò un mito per i tifosi, rappresentando lo spirito catalano di ribellione contro il regime franchista. Durante la sua permanenza in Spagna, conquistò una Copa del Rey (1978) e una Coppa delle Coppe (1979).

A livello internazionale, Neeskens fu un pilastro della nazionale olandese, partecipando a due finali mondiali nel 1974 e 1978, entrambi perse contro Germania e Argentina. È particolarmente ricordato per il rigore segnato nella finale del 1974. Nel 1979, si trasferì negli Stati Uniti per giocare nei New York Cosmos, dove continuò a dimostrare le sue abilità e risolse anche i suoi problemi economici. Terminò la carriera con brevi esperienze in Olanda e Svizzera, ritirandosi nel 1991.

Dopo il ritiro, Neeskens intraprese la carriera di allenatore, ma i suoi successi furono limitati rispetto a quelli ottenuti da calciatore. Fu assistente con la nazionale olandese e l’Australia, e la sua ultima esperienza come allenatore si concluse nel 2012 in Sudafrica, quando si ritirò dopo un periodo negativo con il Mamelodi Sundowns.

Oltre alla sua carriera sportiva, Neeskens si distinse per il suo impegno sociale, dedicando undici anni alla lotta per i diritti dei bambini con disabilità, influenzato dalle difficoltà vissute nella sua infanzia. Nonostante alcune sfide personali, come problemi economici e una breve dipendenza dall’alcol, trovò stabilità attraverso il matrimonio con Marlis von Reding e si dedicò a progetti di calcio e solidarietà negli ultimi anni della sua vita.

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