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lunedì, 25 Novembre, 2024
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Quattro milioni e mezzo di italiani senza fondi per le cure sanitarie

Nel 2023, la spesa sanitaria degli italiani è aumentata del 10%, contribuendo a un fenomeno allarmante: circa 4,5 milioni di persone rinunciano alle cure. Questo è attribuibile a liste d’attesa prolungate e a un notevole aumento della spesa di tasca propria, che ha spinto molti a cercare alternative nel settore privato. La situazione è ulteriormente complicata da disuguaglianze regionali, migranti che cercano assistenza sanitaria e pronto soccorso sovraffollati. La fondazione Gimbe descrive la sanità pubblica in crisi e mette in evidenza un deficit di 52 miliardi di euro rispetto alla media dei paesi dell’UE, nonostante il ministro della salute prometta risorse adeguate nella prossima legge di bilancio.

La spesa per la sanità privata è aumentata del 10,5% tra il 2022 e il 2023; la spesa totale sanitaria è sostenuta principalmente dalle famiglie, mentre quella pubblica resta stagnante. Negli ultimi 11 anni, si è accumulato un gap di 52,4 miliardi rispetto ai paesi OCSE, che ha di fatto relegato l’Italia all’ultimo posto tra i membri dell’Unione Europea. Questo porta sempre più persone a dover pagare di tasca propria per numerosi servizi sanitari, con un incremento del 10,3% della spesa ‘out-of-pocket’ nel solo 2023.

La crisi di sostenibilità del servizio sanitario nazionale è il risultato di un definanziamento sistematico avvenuto negli ultimi 15 anni, senza segnali di un rilancio finanziario. Secondo le previsioni, il rapporto spesa sanitaria/PIL continuerà a diminuire, aggravato da una crisi del personale che vive turni difficili, burn-out e retribuzioni inadeguate. La missione salute del PNRR sembra già risentire delle disparità tra Nord e Sud Italia.

In risposta a questa situazione, la fondazione Gimbe chiede un accordo bipartisan. Durante la presentazione del rapporto, i leader dell’opposizione, Elly Schlein e Giuseppe Conte, hanno chiesto maggiori investimenti nella sanità pubblica. Schlein ha sottolineato che l’aumento della spesa a carico delle famiglie è pari a 4,3 miliardi, una cifra che potrebbe essere reinvestita nella sanità pubblica. Il ministro della salute, Orazio Schillaci, ha dichiarato che non ci saranno tagli alla sanità e ha evidenziato l’importanza di migliorare le retribuzioni del personale e pianificare nuove assunzioni.

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