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Rommel e il sacrificio: la scelta estrema per salvare la famiglia dalla vendetta di Hitler

Il 14 ottobre 1944, Erwin Rommel, noto come “Volpe del deserto”, scelse di suicidarsi con del cianuro vicino alla sua casa, risparmiando così la sua famiglia dalla vendetta nazista. Questa decisione giunse dopo che il regime di Hitler aveva attuato la Sippenhaft, un’antica pratica di responsabilità collettiva, in seguito all’attentato del 20 luglio. Rommel, che era stato ferito in un attacco aereo, aveva dato un certo assenso a un complotto per rimuovere Hitler e cercare la pace con gli Alleati, ma il suo coinvolgimento era rimasto marginale e nascosto.

Rommel, nato nel 1891 a Heidenheim, aspirava inizialmente a diventare ingegnere. Tuttavia, seguendo il consiglio del padre, intraprese la carriera militare, distinguendosi durante la Prima Guerra Mondiale a Caporetto, dove mostrò le sue notevoli abilità strategiche che gli valse il prestigioso Pour le Mérite. Con l’ascesa del Terzo Reich, Rommel divenne uno dei generali più apprezzati, nonostante non provenisse da una tradizione militare prussiana. Con la sua leadership nell’Afrika Korps, costruì un mito intorno alla sua figura, anche se commise anche errori strategici significativi, come il decisione di non invadere Malta.

Rommel si rese conto della realtà disastrosa del Terzo Reich e fu avvicinato dai congiurati contro Hitler nel 1944. Nonostante non avesse mai aderito al partito nazista e non avesse preso parte attiva al complotto per assassinare Hitler, venne comunque sospettato e successivamente costretto a suicidarsi, sotto minaccia di umiliazione pubblica e grave pericolo per la sua famiglia.

Il regime nazista gli offrì una via d’uscita, permettendogli di morire con dignità e garantendo la sicurezza alla sua famiglia, presentando la sua morte come causata da ferite di guerra. Suo figlio Manfred, all’epoca militare della Luftwaffe, intraprenderà successivamente una carriera professionale di successo nel dopoguerra, diventando sindaco di Stoccarda e ricevendo onorificenze significative, come quella di Grande Ufficiale dalla Repubblica italiana nel 1986. La storia di Rommel e della sua famiglia mette in luce le complessità morali di un uomo che, pur essendo un generale nazista, riconobbe la deriva del regime e cercò di proteggere i propri cari.

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