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lunedì, 25 Novembre, 2024
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Corteo a Roma: Sostegno per la Palestina

A Roma, diverse sigle pro Palestina si sono riunite per una manifestazione che ha avuto inizio alle 15 da piazzale Ostiense, dirigendosi verso piazza Vittorio, passando per il centro della capitale. Tra i promotori della mobilitazione ci sono il Movimento degli Studenti Palestinesi, l’Associazione dei Palestinesi in Italia e la Comunità Palestinese d’Italia. L’evento, intitolato “Stop al genocidio e al massacro in Libano”, è una risposta agli eventi in corso, con gli organizzatori che affermano che il loro dolore li spingerà a continuare la resistenza.

Durante il corteo, al quale hanno partecipato almeno 1500 persone, sono stati lanciati slogan come “Free Palestine”, “Stop al genocidio”, e “Intifada fino alla vittoria”. In testa al corteo si trovava uno striscione che recitava “Stop al genocidio della popolazione palestinese, stop al massacro in Libano”. I manifestanti hanno portato con sé diversi cartelli, tra cui messaggi sui diritti umani, e hanno esposto numerose bandiere palestinesi.

In un gesto simbolico, le bandiere degli Stati normalmente esposte dalla FAO sono state rimosse, in risposta a un incidente avvenuto precedentemente. Un manifestante ha urlato contro l’assenza di bandiere, definendo ridicoli i responsabili. Sulle bandiere palestinesi, i manifestanti hanno affermato di non avere paura, al contrario di quelle che considerano bandiere di vergogna.

Il presidente della comunità palestinese di Roma e del Lazio, Yousef Salman, ha espresso il suo disappunto per l’assenza di reazioni più tempestive da parte delle autorità, segnalando la tragedia di 42.000 palestinesi morti, tra cui molti bambini e donne, in un conflitto che lui definisce genocidio. Salman ha esortato il mondo a unirsi alla causa a favore della pace, criticando l’assenza della comunità ebraica di Roma.

La manifestazione ha visto anche l’accensione di fumogeni dai colori della bandiera palestinese e cori contro Israele e i suoi alleati. Presenti anche grandi striscioni e richieste per il disimpegno dall’industria bellica nelle università. Un rappresentante dei collettivi studenteschi ha ribadito l’importanza di mantenere viva la lotta per la libertà e l’autodeterminazione, promettendo che continueranno a riempire le piazze con il messaggio di speranza.

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