Maurizio Rezza, padre di Daniele, ha raccontato agli inquirenti di aver gettato delle cuffie, considerate indispensabili nel caso di omicidio di Manuel Mastrapasqua, in una pattumiera pubblica di colore verde in via Lombardia. Il valore delle cuffie era di 14 euro e secondo il padre sarebbero state collegate all’omicidio. Durante un’interrogazione il 12 ottobre, Rezza ha riferito di un dialogo avvenuto con il figlio, in cui Daniele, ridendo, avrebbe accennato a un possibile coinvolgimento in un’aggressione. Il padre ha spiegato che, la sera del delitto, Daniele era tornato tardi a casa e, dopo averlo interrogato riguardo a presunti litigi con altre persone, il figlio ha confermato di aver avuto uno scontro con un ragazzo, dichiarando di avergli “forse tirato una pugnalata”.
Maurizio Rezza ha descritto come Daniele fosse tornato a casa intorno alle 3 di notte, e che prima era stato fuori fin dalle 15.00. Il padre ha notato comportamenti strani: Daniele era visibilmente irritato a causa di una lite con alcuni nigeriani. Quando ha chiesto maggiori dettagli sui suoi comportamenti, Daniele ha risposto in modo ambiguo, facendo il possibile per sminuire la situazione, tanto che Maurizio sospettò che stesse scherzando. La mattina successiva, dopo aver appreso della morte di Mastrapasqua, Maurizio ha iniziato a mettere insieme i pezzi e si è confrontato nuovamente con Daniele, il quale ha mostrato segni di nervosismo e confusione, né confermando né negando il suo coinvolgimento.
Il padre ha anche rivelato che il figlio, negli anni della crescita, ha sofferto di una patologia e deve seguire una terapia farmacologica che può interagire con l’alcol. Ha rimarcato la sua preoccupazione nel dover monitorare Daniele, visto che spesso dimentica di prendere le medicine. Infine, il giorno successivo all’omicidio, Daniele ha chiesto al padre di accompagnarlo alla stazione ferroviaria di Pieve Emanuele, manifestando l’intenzione di allontanarsi per visitare un amico, sia a Torino che ad Alessandria.