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venerdì, 22 Novembre, 2024
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Pensioni: Le Novità della Manovra e gli Aggiustamenti Necessari

Sono previsti solo piccoli aggiustamenti al sistema previdenziale con la manovra di bilancio, secondo il Documento programmatico presentato a Bruxelles. Viene prorogata per il 2025 la flessibilità di Ape sociale, Quota 103 e Opzione donna, mantenendo le modalità del 2024, che avevano già inasprito i requisiti. Il governo introduce anche misure per incentivare la permanenza al lavoro, con un meccanismo innovativo di incentivazione fiscale. I dipendenti pubblici possono ora rimanere in servizio dopo i 65 anni, anche se hanno diritto alla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne).

Un’importante novità è la piena indicizzazione delle pensioni, che annulla il precedente meccanismo di sterilizzazione. Per le pensioni minime, viene confermato un aumento per il 2023 e il 2024, portando l’assegno a 614,77 euro, con possibilità di arrivare a 630 euro, anche se potrebbero esserci limitazioni sull’età. Sono previste agevolazioni fiscali per chi continua a lavorare nonostante abbia i requisiti per Quota 103, purché i contributi siano versati in busta paga.

Le misure sulle pensioni comporteranno una spesa dello 0,022% del Pil (circa 460 milioni) nel 2025 e dello 0,018% nel 2026. Per Quota 103, le risorse disponibili saranno scarse, dato il crollo delle richieste per il pensionamento a 62 anni di età con 41 anni di contributi, conseguenza dell’introduzione del calcolo totalmente contributivo. Inoltre, un ulteriore ostacolo è rappresentato dal tetto per l’assegno fissato a quattro volte il trattamento minimo, limitando ulteriormente l’attrattiva della misura.

Le modifiche rese necessarie dalla prolungata aspettativa di vita, con il ritardo delle finestre di accesso (aumentate da tre a sette mesi per il privato e da sette a nove per il pubblico), riducono le differenze temporali, specialmente per le donne rispetto alla pensione anticipata. Tuttavia, l’intervento sulle pensioni minime potrebbe risultare più costoso, soprattutto considerando che ci sono quasi 1,8 milioni di assegni da gestire.

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