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domenica, 24 Novembre, 2024
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Dialogo su ‘Patria e Nazione: Destra e Sinistra’ al Padiglione Italia della Buchmesse

Nel programma della Buchmesse 2024, si è tenuto il panel intitolato “La cultura che unisce. Patria e nazione, destra e sinistra. Le ragioni di un dialogo”, moderato da Tommaso Ricci. I relatori erano Alessandro Campi, professore di Storia delle dottrine politiche, e Andrea Romano, storico e giornalista. Il dibattito è iniziato con una riflessione su “patria” e “nazione”, definite da Campi come parole affascinanti e pericolose. La patria è vista come un concetto democratico, mentre la nazione, che emerge dalla rivoluzione francese, è una formula per unire una comunità basata su valori comuni. Campi avverte che quando la nazione diventa un principio di esclusione, può essere pericolosa. Romano invita alla riflessione sul significato di patria, suggerendo che esistono declinazioni di patria sia di destra che di sinistra, e auspica che il dibattito tra queste culture politiche possa rafforzare la democrazia.

Il confronto ha poi toccato le categorie di destra e sinistra. Campi sottolinea l’importanza di una prospettiva storica, indicando che questi concetti non sono fissi ma si evolvono. Secondo il politologo Giovanni Sartori, destra e sinistra sono due contenitori riempibili di significati diversi. Campi sostiene che l’attuale linea di demarcazione tra le due posizioni è legata alla distinzione tra universalismo e particolarismo. Romano aggiunge che esistono diverse sinistre e destre, a volte in conflitto tra loro, e osserva come la sinistra storicamente abbia abbracciato l’universalismo. Tuttavia, esprime preoccupazione per il rischio che questo universalismo possa essere indebolito da particolarismi disordinati.

Infine, il panel si concentra sull’importanza del dialogo. Campi afferma che il confronto è essenziale, sottolineando la mancanza di divertimento nel dibattere con chi condivide le stesse idee. Esprime la speranza di uscire dalla logica del monologo e di promuovere dibattiti costruttivi. Romano conclude sottolineando che il confronto deve coinvolgere anche il pubblico al di fuori dell’accademia, esprimendo un ottimismo per la necessità di interazioni vivaci e argomentate, anche attraverso i social media, in cui tutti siamo coinvolti.

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