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domenica, 24 Novembre, 2024
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Rivali in campo, amici nella memoria: Thoeni e Gross raccontano la Valanga Azzurra

Giovanni Veronesi ha presentato il docufilm ‘La valanga azzurra’, che racconta la storia della squadra di sci italiana più vincente, guidata negli anni ’70 da Gustavo Thoeni e Piero Gross. Veronesi ha condiviso la sua emozione nel lavorare con questi miti dello sci, esprimendo che la sua esperienza è stata paragonabile a quella avuta con Robert De Niro. Piero Gross ha rivelato di non essere riuscito a emulare completamente Thoeni, desiderando un po’ della sua calma. Entrambi i campioni, vincitori di cinque coppe del mondo e quattro medaglie olimpiche, sono stati paragonati dalla stampa ai Beatles e ai Rolling Stones, evidenziando la loro rivalità, ma anche l’amicizia e il rispetto reciproco.

In una conferenza stampa a Roma, Gross ha parlato della rivalità sportiva come una risorsa fondamentale, affermando che senza rivali non si è nessuno. Ha sottolineato l’importanza dell’amicizia e del rispetto nel mondo dello sport, da imparare fin dall’inizio. Gross ha anche accennato ai contrasti e ai caratteri diversi che possono esistere, ma ha ribadito che senza rispetto non c’è sport. Ha ricordato il suo approccio verso l’avversario svedese Ingmar Stenmark, descrivendo il suo talento e la difficoltà nel batterlo, esprimendo sempre ammirazione.

Gross ha raccontato anche l’episodio del ‘grande sgarbo’ subito da Thoeni durante le Olimpiadi di Innsbruck nel 1976, quando Gross vinse l’oro, sottolineando l’aspetto del destino nel risultato. Ha spiegato come l’allenamento con Stenmark a Brunico in quel periodo avesse fornito una spinta in più alla squadra. Se non fosse stato per alcuni imprevisti, la squadra avrebbe potuto ottenere risultati ancor più eclatanti.

Thoni ha confermato che la rivalità era sicuramente presente, poiché entrambi cercavano di migliorarsi a vicenda. Anche se ciascuno era concentrato sul proprio risultato in gara, il legame di amicizia e la collaborazione durante gli allenamenti erano molto forti. Entrambi i campioni hanno quindi descritto una dinamica di competizione sana e motivante, che caratterizzava il loro rapporto professionale all’interno della squadra.

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