Il capolavoro di Gustav Klimt “Le tre età” è stato oggetto di un’analisi scientifica approfondita grazie a un accordo tra la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e la Galleria Nazionale dell’Umbria. Ricerche condotte dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e dal Centro di Eccellenza Smaart hanno confermato l’uso di lamine e polveri metalliche iridescenti, con cui Klimt ha creato effetti cangianti sulla superficie dell’opera. Le analisi hanno evidenziato l’impiego di oro, platino e argento, sia negli sfondi che come ornamento delle figure femminili.
Il team di ricerca ha impiegato tecniche avanzate per analizzare i materiali e le tecniche utilizzate da Klimt. Coordinati dall’Ufficio Diagnostica e Restauro della Galleria Nazionale dell’Umbria, i ricercatori hanno utilizzato metodi di imaging iperspettrale e fluorescenza a raggi X per mappare i pigmenti e i metalli presenti nel dipinto, con particolare attenzione alle preziose campiture dorate e argentate. La letteratura attuale contiene poche informazioni sui metalli utilizzati da Klimt, e i risultati preliminari rivelano l’ampia utilizzazione di metalli preziosi, che hanno conferito all’opera la sua particolare brillantezza.
In particolare, nella cromia dei capelli di una delle donne raffigurate, viene segnalato l’uso di ossido di ferro combinato con oro per ottenere tonalità più calde. Questa scelta di materiali fa sì che l’opera possa essere considerata un vero “gioiello”, dimostrando l’intento dell’artista di ottenere una lucentezza che rende l’opera uno dei capolavori più apprezzati di Klimt.
A partire dal 26 ottobre, “Le tre età” sarà in mostra alla Galleria Nazionale dell’Umbria nell’ambito della rassegna “L’età dell’oro”, che proseguirà fino al 19 gennaio. Cristina Mazzantini, direttrice della Gnam, sottolinea l’importanza di esplorare i grandi capolavori e il valore delle collaborazioni tra istituzioni pubbliche. Anche Costantino D’Orazio, direttore della Gnu, enfatizza la necessità di promuovere la ricerca sul patrimonio artistico e il valore di condividere i risultati con il pubblico. Laura Cartechini, responsabile dell’Istituto di Scienze e Tecnologie Chimiche, commenta come l’unione di tecnologie innovative e competenze elevate abbia rivelato aspetti inediti della realizzazione del dipinto, in particolare riguardo agli sfondi metallici.