L’Emilia-Romagna torna a fare i conti con l’incubo dell’alluvione, a un anno e mezzo dalle devastanti inondazioni del 2023. Nel settembre 2023, una nuova allerta ha colpito la regione, con un pesante tributo nel Bolognese, dove un ragazzo di 20 anni ha perso la vita. Diverse criticità sono emerse in 13 comuni in sole 24 ore, con Bologna colpita da una “slavina d’acqua” e torrenti che hanno superato il loro limite, causando il malfunzionamento delle centraline di monitoraggio.
L’ondata di maltempo ha avuto inizio il sabato, con allerta rossa, e ha portato piogge incessanti, inizialmente colpendo la Romagna e i comuni del ravennate. Garage e scantinati sono stati allagati, e le strade sono diventate impraticabili a causa di alberi sradicati e interruzioni ferroviarie. La situazione è poi peggiorata in serata nella pianura emiliana, dove l’esplosione del torrente Ravone ha sorpreso i residenti.
Fango e quantità abnormi d’acqua hanno allagato strade e provocato blackout anche nel centro di Bologna. In alcuni comuni, gli evacuazioni precauzionali ordinate dai sindaci sono state fondamentali; Pianoro è emerso come uno dei centri più colpiti, con un’intera area irraggiungibile. Qui, un tragico incidente ha portato alla morte di Simone Farinelli, un giovane con disabilità uditiva.
La notte è stata caratterizzata da interventi massicci delle forze di soccorso, con centinaia di operazioni da parte di vigili del fuoco, forze dell’ordine e volontari provenienti da tutta Italia. Domenica, l’emergenza si è estesa nel Modenese e nel Reggiano, dove oltre mille abitanti sono stati evacuati a causa delle tracimazioni del fiume Crostolo. Diverse migliaia di persone hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni, trovando rifugio in hotel o centri di accoglienza.
I livelli di pioggia caduti hanno superato in alcuni casi quelli del 2023, con oltre 15 corsi d’acqua oltre la soglia rossa e accumuli che hanno raggiunto i 175 millimetri a Bologna. La presidente Priolo ha annunciato la richiesta di un nuovo stato di emergenza e ha evidenziato la necessità di un piano Marshall per la messa in sicurezza del territorio, sottolineando che la manutenzione ordinaria da sola non è più sufficiente.