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Paesi a rischio: Nordio critica i giudici, il Pd chiede le dimissioni

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha criticato aspramente i giudici italiani che, secondo lui, hanno oltrepassato i limiti delle decisioni del tribunale di Roma riguardo al rimpatrio dei migranti dall’Albania, ritenendoli non sicuri. Questo episodio rappresenta una sconfitta per il governo italiano di Giorgia Meloni e per l’Unione Europea, dato che Ursula Von der Leyen, pur apprezzando l’iniziativa degli hub di frontiera italiani, ha richiamato l’attenzione sull’importanza del rispetto della legislazione europea. Gli attriti tra i diversi poteri dello Stato attirano l’attenzione del Quirinale.

La situazione è complicata, con Matteo Salvini che enfatizza il potere eccessivo dei giudici, sostenendo che molti di loro sono politicizzati. Sta preparando una mobilitazione tra la base del centrodestra, ponendo come tema centrale la responsabilità civile dei magistrati. Nel frattempo, le opposizioni adottano una strategia duale: Elly Schlein critica il governo per la sua incapacità di comprendere la legislazione vigente, sostenendo che prevalgono le normative europee e che il decreto della Farnesina, che designa alcuni Paesi come “sicuri”, non può sovrastare le sentenze della Corte europea.

Le opposizioni, come Italia Viva, stanno anche sollevando preoccupazioni riguardo a eventuali sprechi di denaro pubblico nel contesto della vicenda con l’Albania, chiedendo l’intervento della Corte dei Conti. I Cinque Stelle vanno oltre, chiedendo le dimissioni di Nordio e argomentando che i fondi spesi per gli hub albanesi potrebbero essere stati meglio utilizzati per la sicurezza in Italia e per migliorare la situazione della sanità.

Il governo sta cercando di affrontare la situazione: Giorgia Meloni ha convocato un Consiglio dei Ministri in cui il tema migranti è in cima all’agenda. Si prevede di introdurre un decreto legge per ampliare la lista dei Paesi considerati sicuri e rilanciare l’uso degli hub in Albania. L’obiettivo è di garantire che la legislazione venga rispettata dai giudici e di attendere un nuovo pronunciamento della Corte costituzionale. Inoltre, Meloni spera di ottenere supporto dall’Unione Europea per le politiche migratorie italiane, con undici Paesi già favorevoli alla sua proposta.

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