Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato l’importanza dell’unità che si è creata in Parlamento riguardo alle condizioni da imporre a Stellantis, evidenziando come questa sia stata rafforzata anche dallo sciopero sindacale. Urso ha ribadito che questa coesione tra sindacato, politica e industria automobilistica è fondamentale per proteggere un bene prezioso per il Paese e per far capire a Stellantis che l’auto è nata in Italia e deve rimanere nel Paese. Il ministro ha dichiarato il suo impegno a far sì che il piano industriale di Stellantis parta con investimenti in Italia, un’eccellenza che non si trova in nessun’altra parte del mondo.
Urso ha chiesto a Stellantis di restituire all’Italia ciò che il Paese ha dato alla Fiat nel corso degli anni. Ha annunciato convocazioni per il “tavolo Stellantis”, ritenuto necessario per discutere le richieste del Parlamento e dei sindacati. Tuttavia, la situazione di Stellantis preoccupa anche altri membri dell’esecutivo. Il vicepremier Matteo Salvini ha espresso preoccupazione per i possibili licenziamenti negli stabilimenti italiani, affermando che si farà di tutto per evitarli, specialmente in relazione ai compensi elevati dei dirigenti.
Salvini ha sottolineato l’importanza del rispetto per gli investimenti pubblici ricevuti da Stellantis e ha chiesto che l’azienda non licenzi i lavoratori in Italia per trasferirsi all’estero. Ha rimarcato che non è accettabile ricevere miliardi di euro di contributi pubblici e poi chiudere gli stabilimenti italiani. Sulla partecipazione ai tavoli di discussione, ha dichiarato la sua disponibilità a partecipare a tutti gli incontri volti a risolvere la situazione, ma ha anche rilevato che la dirigenza di Stellantis sembra orientata verso l’estero, il che rende difficile la comunicazione e la collaborazione.
In sintesi, vi è una richiesta unanime da parte del governo e dei sindacati affinché Stellantis mantenga i suoi impegni in Italia, difendendo l’occupazione e il legame storico con il Paese, alla luce delle preoccupazioni relative al futuro dei lavoratori e alla sostenibilità degli investimenti.
