L’aguglia, nota anche come pesce ago o pesce ago marino, è un pesce pelagico che abita le acque salmastre e marine dell’Oceano Atlantico, del Mar Mediterraneo, dei Caraibi, del Mar Nero e del Mar Baltico. Questo pesce ha suscitato interesse per il suo potenziale pericolo, evidenziato dal tragico caso di Giulia Manfrini, morta a causa di una ferita inflittale da un’aguglia.
Riconoscere l’aguglia è piuttosto semplice grazie al suo corpo lungo e snello, che può raggiungere i 50-75 cm di lunghezza, e occasionalmente pesare fino a 30 kg. Le mascelle allungate e i denti affilati conferiscono al suo rostro un aspetto temibile. Le sue pinne dorsali e anali sono posizionate molto posteriormente sul corpo, il che le consente di effettuare rapidi salti fuori dall’acqua, comportamento che la rende imprevedibile. Questa caratteristica è uno dei motivi per cui l’aguglia può diventare pericolosa, specialmente durante il contatto con bagnanti o surfisti.
Sebbene l’aguglia non attacchi l’uomo deliberatamente, la sua abitudine di balzare fuori dall’acqua genera situazioni potenzialmente letali in rari casi. Il suo rostro, che può allungarsi fino a 30 cm, è capace di infliggere gravi ferite. L’incidente di Giulia Manfrini, che, mentre surfa, è stata colpita al petto da un’aguglia in volo, è un triste esempio della pericolosità di questo pesce, sebbene tali eventi siano poco frequenti.
Secondo esperti come Antonio Di Natale, biologo marino e consulente ONU, gli attacchi di pesci con rostro, quali aguglie e pesci spada, sono documentati da secoli, in particolare nel Mar Mediterraneo. Quando questi pesci saltano, il loro rostro affilato può diventare estremamente pericoloso se colpisce una persona, specialmente in aree vulnerabili del corpo. Questo comportamento inatteso e la possibilità di ferite serie mettono in evidenza l’importanza di prestare attenzione quando si nuota o si pratica surf in acque in cui l’aguglia è presente.
La conoscenza delle caratteristiche dell’aguglia e del suo comportamento è fondamentale per minimizzare i rischi legati alla sua presenza in mare, ricordando che, sebbene rari, gli incidenti possono avere conseguenze gravi.