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sabato, 23 Novembre, 2024
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Consiglio d’Europa critica l’Italia: Profilazione razziale da parte della Polizia

In Italia, le forze dell’ordine sono accusate di praticare la profilazione razziale durante le attività di controllo, sorveglianza e indagine, in particolare nei confronti della comunità rom e delle persone di origine africana. Questa denuncia è contenuta nel rapporto aggiornato ad aprile 2024 dell’ECRI, l’organo anti-razzismo e intolleranza del Consiglio d’Europa. Secondo il rapporto, le autorità italiane non sembra che siano consapevoli della gravità del problema e non riconoscono la profilazione razziale come una forma di razzismo istituzionale. L’ECRI ha chiesto allo Stato italiano di intraprendere uno studio completo e indipendente sulla questione.

Durante la sua visita in Italia, l’ECRI ha ricevuto numerose testimonianze riguardo alla profilazione razziale effettuata dalle forze dell’ordine, focalizzandosi principalmente sulla comunità rom e su individui di origine africana. Lo studio richiesto avrà come obiettivo quello di identificare e affrontare le pratiche di profilazione razziale all’interno delle forze dell’ordine. Strasburgo intende valutare, tra due anni, se l’Italia avrà seguito le raccomandazioni fornite.

L’ECRI esprime anche preoccupazione per il fatto che il discorso pubblico in Italia sia diventato sempre più xenofobo negli ultimi anni. Nota che i discorsi politici si sono radicalizzati, specialmente nei confronti di rifugiati, richiedenti asilo, migranti e cittadini italiani di origine migratoria, oltre a comunità rom e Lgbti. Un numero considerevole di dichiarazioni dispregiative e cariche di odio proviene da politici e funzionari pubblici di alto profilo, specialmente durante le campagne elettorali.

Per affrontare questa situazione, l’ECRI raccomanda che i leader pubblici, compresi i politici di vari schieramenti, assumano una posizione chiara e pubblica contro i discorsi d’odio razzisti e lgbti-fobici. Invita a promuovere la comprensione tra le comunità e a esprimere solidarietà verso coloro che sono soggetti a tali atteggiamenti discriminatori. Inoltre, l’ECRI sostiene che i partiti politici dovrebbero adottare codici di condotta che vietino l’uso di discorsi d’odio, incoraggiando i loro membri a astenersi da tali comportamenti e prevedendo sanzioni per le violazioni.

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