Seguire una dieta ricca di verdure e pesce potrebbe ridurre il rischio di tumore al colon, una forma di cancro molto diffusa e letale. Studi recenti evidenziano l’importanza delle abitudini alimentari nello sviluppo di questo tipo di tumore, suggerendo che una dieta pesco-vegetariana, che limita il consumo di carne rossa e lavorata, è associata a una significativa riduzione del rischio. Questa conclusione deriva da una ricerca condotta dall’Istituto di biologia e biotecnologia agraria del Cnr-Ibba di Pisa, in collaborazione con l’Università di Firenze, e pubblicata nella rivista Microbiome.
Il tumore al colon è la terza causa di morte per cancro nel mondo e la sua incidenza è legata allo stile di vita. Le diete ad alto contenuto di carne rossa e lavorata sono correlate a un aumento del rischio, mentre quelle ricche di fibre, pesce e verdure sembrano avere un effetto protettivo. Lo studio ha analizzato l’impatto di diverse diete su modelli animali predisposti allo sviluppo della malattia, considerando tre categorie: una dieta ad alto rischio (carne rossa e lavorata), una dieta moderata con l’aggiunta di vitamina E e una dieta pesco-vegetariana, la quale ha mostrato i risultati migliori.
Un elemento chiave è il ruolo del microbiota intestinale, ovvero l’insieme di microorganismi che abitano l’intestino, la cui composizione è influenzata dalla dieta. La dieta pesco-vegetariana ha mostrato di ridurre il numero di tumori e aumentare la diversità microbica, associata a una maggiore presenza di batteri benefici. Al contrario, le diete ad alto contenuto di carne rossa hanno dimostrato di favorire una composizione microbica meno diversificata e una maggiore produzione di metaboliti cancerogeni.
La ricerca sottolinea l’importanza delle fibre nella prevenzione del tumore al colon, poiché alimenti ricchi di fibre come verdure, legumi e cereali integrali favoriscono la salute intestinale e prevengono la formazione di sostanze cancerogene. Anche il pesce, con i suoi acidi grassi omega-3, ha effetti antinfiammatori benefici. Al contrario, il consumo eccessivo di carne rossa e lavorata aumenta il rischio di cancro, a causa di composti cancerogeni formati durante la lavorazione o la cottura ad alte temperature.