Mancini lascia, Velasco raddoppia. Le storie di due allenatori nazionali, entrambi con un palmarès impressionante, si intrecciano in un contesto sportivo di successi, ma con approcci e scelte di vita molto diversi. Roberto Mancini ha avuto un anno e mezzo difficile, culminato con la sua separazione brusca dalla Nazionale italiana e il suo licenziamento dalla panchina saudita, insoddisfatti dei risultati ottenuti (solo 7 vittorie su 18 gare) e di un atteggiamento ritenuto inadeguato. Dopo un contratto milionario da 25 milioni di euro annui, il suo sogno in Arabia Saudita si è trasformato in un incubo, aggravato da un pareggio deludente contro il Bahrain, che ha portato alla sua uscita di scena insieme al suo staff, noto come “L’Italian Connection”.
In contrapposizione, Julio Velasco, il selezionatore della Nazionale femminile di pallavolo, ha rinnovato il suo contratto fino al 2028, con l’obiettivo di guidare la squadra alle prossime Olimpiadi di Los Angeles, quando avrà 76 anni. Velasco, il cui palmarès include un oro olimpico a Parigi con le ragazze della pallavolo, ha deciso di non ritirarsi nonostante la sua età avanzata. Le atlete hanno accolto con gioia la notizia del rinnovo, esprimendo il loro sostegno e il valore che attribuiscono al suo approccio. Caterina Bosetti, la veterana della squadra, ha sottolineato la libertà che Velasco offre loro come donne, evidenziando l’umanità e la passione del tecnico.
Mentre Mancini si allontana in un contesto di risultati insoddisfacenti e conflitti, Velasco continua a ispirare un’intera generazione di atlete, pronto a contribuire ancora a un ambito sportivo che ha già lasciato un’impronta indelebile. La contrapposizione tra i due allenatori mette in luce non solo la dimensione sportiva, ma anche le scelte personali e professionali che caratterizzano le loro carriere. Gli avvocati di Mancini ora entrano in gioco per la questione del contratto, segno che la sua uscita dall’Arabia Saudita potrebbe non concludersi senza battaglie legali. La narrazione di queste due figure emblematiche del calcio e della pallavolo italiana rappresenta, al contempo, un contrasto di destini, con Mancini che lascia e Velasco che raddoppia, simbolo di resilienza e passione per lo sport.