Niente conferma, almeno per ora, della riduzione del canone Rai, che rimarrebbe così a 90 euro. Questa situazione rappresenta una promessa non mantenuta dall’esecutivo, il quale aveva annunciato una diminuzione del canone, fortemente voluta dalla Lega. La proposta di riduzione prevedeva anche un aumento del tetto pubblicitario della Rai, ma questa mossa avrebbe penalizzato Mediaset, già favorevole ai figli di Berlusconi. Alcuni interpretano questo rinvio come un compromesso di Giorgia Meloni nei confronti di Forza Italia.
La Lega è comunque pronta a richiedere nuovamente l’abbassamento del canone e sta considerando di presentare una nuova normativa che potrebbe compensare la Rai per i mancati introiti, senza creare malcontento tra i vari attori del settore. In Rai, la notizia della mancata conferma del taglio da 90 a 70 euro, previsto nella passata manovra per l’anno in corso, è stata una sorpresa inaspettata. L’abbassamento era stato annunciato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, e la sua cancellazione ha suscitato l’indignazione del Codacons.
La mancanza di riduzione del canone permette alla Rai di contare su 430 milioni di entrate, che per quest’anno sono stati coperti grazie a una somma compensativa proveniente dalla fiscalità generale, come stabilito nella precedente legge di bilancio. Tuttavia, al momento, la mancata attuazione del taglio del canone, già presente nelle bollette elettriche pagate dai cittadini, rimane formalmente una promessa non mantenuta dal Governo Meloni.
In sintesi, l’assenza di riduzione del canone Rai continua a generare polemiche, evidenziando le tensioni politiche tra i vari partiti e gli interessi contrastanti nel panorama mediatico italiano. La Lega, con il suo desiderio di abbassare il canone, si trova ora nella posizione di dover riavviare il dialogo per cercare di ottenere il risultato desiderato senza scontentare gli alleati di governo.