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domenica, 24 Novembre, 2024
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Aumento vertiginoso del prezzo delle bevande gassate: +28% al litro

La tassa sulle bevande zuccherate, proposta per la prima volta in Italia nel 2018, è volta a ridurre il consumo di bibite ad alto contenuto di zuccheri. L’idea è emersa grazie all’incontro tra la comunità scientifica, inclusi i diabetologi, e l’allora ministro Giulia Grillo. L’introduzione di questa imposta mira a disincentivare comportamenti alimentari dannosi, contribuendo a bilanciare le spese sanitarie dovute a patologie come obesità e diabete.

Nel 2019, il premier Conte aveva accennato a una sugar tax da utilizzare per finanziare ricerca e formazione, con un’imposta di 10 euro per ettolitro sui prodotti finiti e 0,25 euro per chilo per quelli da diluire. Sebbene approvata nella legge di bilancio 2021, l’attuazione di questa tassa è stata rimandata a più riprese, prima al 2022, poi al 2024, e infine al 1 luglio 2024 dal Governo Meloni, sotto pressione dei produttori. Recentemente, il termine è stato spostato a luglio 2025.

Il mercato delle bevande analcoliche è preoccupato per l’impatto che la sugar tax potrebbe avere, stimando una contrazione del 16% del settore. I consumatori potrebbero vedere un aumento dei prezzi fino al 28% al litro; per una lattina di Coca-Cola, l’incremento sarebbe di circa 5-10 centesimi. In realtà, il settore non è composto solo da grandi multinazionali: il 64% della produzione è degli piccoli e medi imprenditori, rappresentanti del Made in Italy. Questo rischia di comportare la perdita di oltre cinquemila posti di lavoro e un calo dell’acquisto di materie prime, stimato in oltre 400 milioni di euro.

Confindustria ha criticato la nuova tassa, descrivendola come una minaccia non solo per i produttori di bevande, ma per tutta la filiera agroalimentare. A livello internazionale, la sugar tax ha avuto risultati contrastanti. In California, ha portato a una diminuzione del consumo tra i giovani e di un lieve calo dell’obesità infantile. Al contrario, in Francia, nonostante l’aumento dei prezzi, il consumo di bevande zuccherate non è diminuito. La questione solleva quindi interrogativi sull’efficacia e sulle conseguenze di tale tassazione.

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