Tra le storie emerse dall’inchiesta milanese sul presunto spionaggio, molte riguardano avvocati che si rivolgono alla società ‘Equalize’ per investigazioni difensive o personali. Un caso specifico è quello di Paolo De Bernardinis, giuslavorista romano in ansia per il rapporto della figlia, anche lei avvocato, con un uomo albanese di Scutari che la giovane intende incontrare. De Bernardinis affida quindi a Carmine Gallo, un ex poliziotto, il compito di monitorare la figlia in Albania e raccogliere informazioni sull’uomo albanese.
Per gestire il compito, Gallo e il suo team coinvolgono un altro collaboratore, A.J., che organizzerà una squadra in Albania per seguire la ragazza. Durante le indagini emerge che A.J. comunica sulla situazione, ma ci sono dubbi sull’eventuale illiceità penale delle azioni intraprese nel Paese albanese. Si scopre che membri delle forze di polizia albanesi sono stati coinvolti nell’operazione, senza chiarire se a pagamento o meno, e l’uomo sotto osservazione viene arrestato.
A.J. spiega che l’arresto è avvenuto a causa di un documento d’identità falsificato trovato sul soggetto, fornendo così una “scusa” per il suo arresto, dopo che era già stato avvertito di smettere di infastidire la figlia dell’avvocato. L’avvocato stesso, dopo tali eventi, si rende protagonista di ulteriori violazioni legali, come l’accesso abusivo a sistemi informatici per ottenere documenti sanitari della parte avversa in una causa legale. Questo dimostra una condotta gravemente al di fuori delle norme, segnalando un interesse per illeciti che si intrecciano con le già complesse dinamiche familiari e relative a cause legali. La vicenda quindi si complica con provvedimenti di legge e l’eventualità di sanzioni, accentuando non solo le tensioni personali, ma anche le implicazioni legali e morali delle azioni intraprese dai protagonisti.