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Connessioni tra Mafia e Servizi Segreti: La Russa e il Figlio Sotto Osservazione, Il Copasir Richiede Documenti

Il Copasir ha richiesto gli atti dell’inchiesta di Milano sui presunti dossieraggi, in particolare riguardanti possibili coinvolgimenti dei servizi segreti. Dai documenti emerge una rete di indagati che avrebbe abusato di accessi a banche dati riservate, con oltre 800mila casi di accessi illeciti. Nunzio Samuele Calamucci, uno degli indagati, affermava di avere un hard disk contenente queste informazioni. Sono stati sequestrati documenti di Carmine Gallo, un ex poliziotto, e anche un server in Lituania. Nel mirino dell’inchiesta anche Pierfrancesco Barletta, ex socio di Equalize srl e attuale vicepresidente della SEA.

Le conversazioni intercettate includono richieste di report sul presidente del Senato, Ignazio La Russa, e i suoi familiari. La Russa ha espresso il suo disgusto per la sorveglianza sulla sua famiglia, chiedendo chiarimenti su chi possa aver ordinato queste attività. Secondo il pubblico ministero, l’associazione per delinquere godrebbe di appoggi elevati, anche da ambienti mafiosi e dai servizi segreti, con la capacità di influenzare indagini e processi.

Calamucci, parlando in intercettazioni, accenna a clientela di alto profilo in Italia e si mostra fiducioso riguardo ai legami con servizi deviati. Si discute anche di come ottenere strumenti per la localizzazione dei cellulari e strategie per ridurre i costi. La documentazione rivela un ampio raggio d’azione della rete criminale, con accessi abusivi a informazioni strategiche, incluse questioni fiscali e sanitarie, che vengono vendute su commissione a clienti tra cui aziende e studi legali.

I presunti committenti includono personalità di spicco come Leonardo Maria Del Vecchio, preoccupato per questioni ereditarie. Informazioni su ex compagni e colleghi politici sono state raccolte per danneggiare l’immagine di concorrenti, con accertamenti condotti su Letizia Moratti in relazione alle elezioni regionali lombarde.

L’indagine ha portato a quattro arresti domiciliari e a impostazioni di misure interdittive. I reati ipotizzati includono accesso abusivo a sistemi informatici, corruzione e intercettazioni abusive. I magistrati sono ora focalizzati sull’analisi dei dispositivi sequestrati per accertare l’entità delle violazioni e la portata del fenomeno di dossieraggio.

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